COMUNICATO STAMPA Letto 4199  |    Stampa articolo

Consiglieri di minoranza UDC- PD: il presidente Fabbricatore non ci garantisce

Foto © Acri In Rete
Consiglieri di minoranza – UDC- PD
Dopo aver subito a distanza di appena sei mesi dalla sua nomina una mozione di sfiducia, per l’ennesima volta il Presidente del Consiglio si sta dimostrando uomo strettamente di parte rispetto a quelli che sono i diritti dei consiglieri comunali, impedendo agli stessi consiglieri, soprattutto di minoranza, di esercitare legittimamente il mandato ricevuto dai cittadini.
In particolare, dopo avere assistito negli ultimi consigli comunali ad un continuo passaggio dalla “poltrona” della presidenza alla sedia dei consiglieri, il Presidente del consiglio ha ulteriormente mortificato la dignità dei consiglieri e dell’intera assise comunale, non rispettando quanto deciso nella conferenza dei capigruppo in merito ai punti da discutere nel consiglio comunale.
Nella seduta della conferenza dei capi gruppo del 5 maggio, predisposta per la convocazione del consiglio comunale  per giovedi 15, su sollecitazione della minoranza circa l’opportunità o meno di tenere un consiglio comunale in pieno periodo elettorale, il  presidente riferiva che, oltre all’approvazione  del regolamento  IUC già rinviato dalla precedente seduta di consiglio, si trattava di discutere due argomenti inderogabili e da adottare con urgenza, ovvero “la revoca della delibera n. 56 del 30/12/2013 riguardante il dissesto” e l”attivazione della procedura di riequilibrio”.
Stranamente nei giorni seguenti veniva notificata ai consiglieri la convocazione del consiglio, non già riferita agli argomenti suddetti, ritenuti inderogabili ed urgenti, ma bensì a tutt’altra questione, quale l’utilizzo degli operai Afor, relativamente alla quale in apposita commissione, presieduta dal consigliere Romagnino ed alla presenza dell’assessore Capalbo si era stabilito un percorso unanime e concorde, formalmente verbalizzato, all’esito del quale la questione sarebbe stata eventualmente dibattuta in consiglio.
E’ evidente la strumentalità di tale comportamento finalizzato nel caso di specie a sterili obiettivi e che rispecchia la volontà di questa giunta, avallata dal Presidente, di interessarsi non già dei problemi dell’intera collettività, ma all’ormai solito personalismo.
Il tutto, mentre i cittadini continuano a subire disservizi a fronte di tasse smisurate,  addirittura si assiste  oggi al ritorno del direttore generale con una cospicua spesa a carico del bilancio comunale, che poteva servire quanto meno a soddisfare le aspettative di tanti giovani che da tempo aspettano di ricevere il giusto ed esiguo compenso per l’attività di scrutatore.
Ci chiediamo che senso ha corrispondere l’indennità al presidente del consiglio, se egli si limita a svolgere il ruolo di consigliere di maggioranza, obbedendo ed attuando le disposizioni della giunta e del sindaco, mortificando l’operato delle commissioni e nel caso di specie del presidente Romagnino, che invitato dalla minoranza a partecipare all’ultima  riunione dei capi gruppo in merito alla vicenda Afor, è stato invitato dal Presidente, con veemenza, ad abbandonare la riunione senza alcuna possibilità di intervento;
che senso ha corrispondere un’indennità a sindaco e assessori, incapaci di risolvere i problemi dei cittadini, che si affidano ad un esperto esterno, dimenticando di essere professionisti tecnico contabili, con anni di esperienza amministrativa alle spalle;
che senso ha continuare a convocare le commissioni consiliari, con dispendio economico, quando queste vengono svuotate nei contenuti,
e quindi che senso ha continuare questa attività politica ed amministrativa del tutto fallimentare?


PUBBLICATO 15/05/2014





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