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Scomparso Francesco Cofone, il Partigiano di Tito

Foto © Acri In Rete
Piero Cirino
E’ morto nei giorni scorsi, all’età di 97 anni, Francesco Cofone, che nel 2004 ricevette l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, direttamente dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
Costui, dopo l’8 settembre 1943, per una serie di vicissitudini storiche e personali, ha militato nella Resistenza jugoslava, guidata da Tito.
Per sessant’anni tutti sembravano aver dimenticato il contributo personale di questo acrese, sia pure al di là del Mare Adriatico, alla causa della Resistenza italiana e alle manovre angloamericane.
A far riemergere la storia di Cofone, nel 2004, fu Mario Gattabria, storica figura delle destra acrese, che, pur da diverse prospettive politiche e interpretative della Resistenza, volle comunque far attribuire e Cofone il giusto riconoscimento per il suo impegno.
Gattabria scrisse direttamente al Presidente della Repubblica, Ciampi, e, a distanza di qualche mese, ricevette la risposta.
Era firmata dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica e provvedeva a riconoscere i meriti del signor Cofone.
Il Presidente della Repubblica – era scritto nella comunicazione -, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, ha conferito, con decreto del 2 giugno 2004, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” al Sig. Francesco Cofone”.
Il protagonista di questa storia, in seguito all’intervento italiano nel secondo conflitto mondiale, viene spedito in Albania. L’8 settembre 1943 si trovava in un cinema a Valona e qui apprese dell’armistizio.
Cofone decide di rientrare in caserma, quindi, insieme ad altri commilitoni, si imbarca su una nave che avrebbe dovuto ricondurli in Italia, ma si ferma a Corfù.
Qui furono fatti prigionieri dai tedeschi. Dopo un periodo di indicibili sofferenze e privazioni, caratterizzato anche dalla fame, Cofone e i suoi compagni partirono per il fronte russo.
In territorio jugoslavo, approfittando di un momento di disattenzione dei suoi carcerieri, riuscì a fuggire. Incontra un altro italiano, dalla storia non molto dissimile dalla sua, con cui riesce a raggiungere il contingente dei partigiani italiani che combattono al fianco di Tito.
Dopo un periodo duro, passato sulle montagne, riesce poi ad arrivare a Udine, proprio mentre sul fronte orientale la guerra sta per finire, per l’incedere dell’armata rossa.
Queste vicissitudini furono gelosamente custodite nella memoria di Francesco Cofone, fino al 2004, quando, grazie a un’icona della destra locale, divennero di pubblico dominio.

PUBBLICATO 12/04/2014





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