Malesseri nella maggioranza. E se Tenuta pensasse ad un rimpasto di giunta? Chi sale, chi scende, chi rischia
Roberto Saporito
Mancano poche settimane al primo anno di vita della giunta Tenuta. Un compleanno con molte ombre e poche luci. Il dissesto finanziario ha frenato l’attività amministrativa dell’esecutivo formato da sole liste civiche ma ora la città chiede risposte.
Anche per questo motivo è probabile che Tenuta, prima dell’estate, metta mano alla sua giunta. Insomma il primo cittadino vorrebbe dare un’accelerata all’azione amministrativa altrimenti troppo lenta. Vi sono tante, troppe, questioni che urgono una soluzione. Da settori della maggioranza provengono voci di una possibile rivisitazione della giunta a breve. Un atto che non dispiacerebbe a più di un consigliere comunale, evidentemente non contento dell’operato di qualche assessore. Ma vediamo chi rischia. Salvatore Ferraro, vice sindaco e assessore ai lavori pubblici e ambiente. E’ uno degli uomini di fiducia del sindaco, intoccabile anche per il peso politico che gli garantisce. Il settore dei lavori pubblici è completamente fermo mentre non è passato inosservato il flop sui rifiuti. Dopo mesi e mesi di annunci e proclami, l’amministrazione ha deciso di affidare ai privati la gestione dei rifiuti attraverso un bando pubblico. Importante il regolamento sugli animali di affezione e per la lotta al randagismo. In caso di rimpasto, rimarrebbe al suo posto. Ottone Martelli, assessore al personale, affari legali e fondi comunitari. Anche lui è un uomo di fiducia di Tenuta con cui ha collaborato già dal 2000 al 2005 come assessore al bilancio. Ha messo mano alla macchina comunale con alcuni spostamenti discutibili di dirigenti mentre sui fondi comunitari non si sa nulla. Anche lui sembra, però, intoccabile. Maria Francesca Coschignano, assessore allo sport, turismo e spettacolo. Senza infamia e senza lode. Gestisce settori non proprio impegnativi ma nel campo degli spettacoli e del turismo si può e si deve fare di più anche con poche risorse economiche. E’ impensabile puntare sul costoso Acrinscena ma alcuni appuntamenti come il Festival Manouche meritano continuità. Non rischia. Paola Capalbo, assessore alla cultura, pubblica istruzione, agricoltura e foreste. E’ partita a razzo annunciando grandi stravolgimenti nel settore della cultura, soprattutto nei due enti più rappresentativi come il Museo e la Fondazione Padula. Dopo dieci mesi tutto è ancora fermo e gli appuntamenti culturali languono. E’ sul banco degli imputati anche per il fatto che da luglio gli operai Afor non prestano più servizio sul territorio. Ci si augura che iniziative come Ottobre Micologico, Premio Padula e Premio Arena abbiano continuità. Pasquale Benvenuto, sanità, servizi sociali e trasporti. Guida un assessorato delicato. L’ospedale, così come è, non è né carne né pesce, sebbene il titolo di Spoke ed anzi alcuni servizi sono stati soppressi ed altri ancora rischiano di scomparire. Aveva promesso un impegno perché il Beato Angelo diventasse Spoke anche nella realtà oltre che sulla carta ma dopo dieci mesi ciò non è accaduto. Il settore dei trasporti meriterebbe una revisione. Rischia la poltrona. |
PUBBLICATO 06/04/2014
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