Tempo di primi bilanci per l'amministrazione comunale. A circa un anno dal suo insediamento l'assessore alla Cultura Paola Capalbo fa il punto su questi primi 10 mesi di governo. Ricordando l'enormi difficoltà economiche e il degrado ambientale in cui si sono trovati ad amministrare, l'assessore con un pizzico di amarezza ha evidenziato come "in questi mesi siamo stati sotto l'osservatorio speciale indistinto di destra e sinistra. Non ci è stata data possibilità di sbagliare. C'è un vero e proprio accanimento mediatico, mai nessuna amministrazione è stata così giudicata".
Entrando poi nel merito del suo assessorato, Paola Capalbo convinta che "la sfida globale in questo delicato momento storico si fonda sulla Conoscenza, unica artefice dei veri processi di cambiamento", da mesi sta lavorando in questa direzione. "Formare, istruire e sviluppare le capacità critiche dei cittadini deve essere il motto di ogni amministrazione locale partecipe degli sviluppi nazionali ed internazionali. Non c'è vero progresso senza cultura".
E tra gli obiettivi chiave dell'assessorato quello di ridare centralità alla biblioteca comunale che "deve essere centro di formazione permanente intorno al quale far ruotare una rete museale". Intanto da inizio aprile la biblioteca resterà aperta tutta la settimana mattina e pomeriggio. Altra novità: " il settore cultura sta lavorando alla stesura dei nuovi regolamenti degli Enti tenendo presente il criterio della semplificazione e della partecipazione attiva dei cittadini alla gestione degli stessi - ha spiegato l'assessore- dato che la città è l'unico proprietario di tutti i beni culturali presenti sul territorio".
"Come amministrazione non crediamo nella cultura spettacolo, piuttosto nel lavoro duro e sotterraneo - ha proseguito la Capalbo - i cui effetti si vedranno nel tempo. Stiamo lavorando ad una programmazione a lungo termine che va altre la gestione ordinaria".
Alla luce di queste convinzioni è stato "rivoluzionato" l'intero settore.Tutti gli uffici sono stati trasferiti a palazzo Gencarelli. La pubblica istruzione è stata inserita nel settore demo anagrafico in quanto l'assessore ha operato una elaborazione dei dati sulla popolazione scolastica negli ultimi cinque anni "per potere seguire le problematiche del mondo giovanile collegando la pubblica istruzione al mondo delle attività produttive. Cercheremo di avere anche sul nostro territorio - ha concluso la Capalbo - i dati relativi ai giovani tra i 14 e i 30 anni che ad oggi non studiano, non lavorano e non cercano lavoro".