Amara terra mia…
Franco Bifano
Alzi la mano chi di voi aveva immaginato dieci mesi fa, quando Nicola Tenuta vinse le elezioni per la poltrona di primo cittadino, quello che sta accadendo oggi.
Se c’è stato qualcuno dotato di tanta lungimiranza, non solo gli faccio tanto di cappello, ma sono pronto ad ammettere pubblicamente di essere tra i “pirla” che non lo avrebbero nemmeno lontanamente supposto. Certo, qualche perplessità e qualche pregiudizio, guardando le liste che sostenevano Tenuta, erano sorti in più di uno e qualche dubbio sulla possibile squadra del futuro Sindaco, serpeggiava in tanti. Del resto, si diceva (anche con un po’ di cattiveria): per fare un film da Oscar ci vogliono molti buoni attori e poche comparse e non il contrario. Oggi, che la città è completamente impelagata in mille problemi di non facile soluzione, è triste sapere come tutto sia iniziato e nello stesso tempo non avere idea di come andrà a finire. Spaventa la nostra passività mentre gli eventi negativi ci travolgono. Disorienta la rassegnazione che sembra essersi impossessata di ognuno di noi (mala tempora currunt). In principio fu l’incompatibilità, seguì l’ira su Maca e Fondazione Padula. poi arrivò il flagello del dissesto ed infine la piaga dei rifiuti. Mancava la carestia del lavoro e magari, avremmo visto spuntare un nuovo Mosè! Il problema dei rifiuti è giusto dirlo, anche perchè non si dica che siamo egoisti, lo condividiamo ( e sono soddisfazioni!) con tutta la Regione. A proposito, povera Calabria, com’è ridotta! (rifiuti a parte s’intende): Reggio Calabria, ha il Comune sciolto per Mafia e affossato dai debiti; Catanzaro, travolta dagli scandali dell’Amministrazione Abramo; Cosenza, mortificata dalla vicenda dei fratelli Gentile; Il Governatore Scopelliti condannato (udite - udite) a 6 anni di reclusione. …Amara terra mia…(per dirla alla Modugno) e poveri noi costretti a raccontare questa politica “malata” che ammorba e rende, mai come oggi, irrespirabile l’aria delle nostre città, avvelena ( non per modo di dire) la nostra Terra. Ma torniamo ad Acri e ad alcune delle sue vicende a volte paradossali. Ad esempio, c’è qualcosa sui rifiuti che francamente non torna. Un paio di domande: Primo, la nostra discarica, costata, non pochi spiccioli, ma qualche milione di euro, non era così sicura al punto che, qualche anno fa, ha ospitato, addirittura, i rifiuti di Rende? Secondo, non sono forse stati spesi di recente 300,000 euro per ulteriori interventi di consolidamento della stessa? Allora come mai è chiusa? E’ logico questo? Sarò anche un illuso, ma non voglio arrendermi all’idea che ormai tutti abbiamo alzato bandiera bianca, sopraffatti dalla rassegnazione. Nell’ultimo Consiglio Comunale ci sono stati alcuni passaggi, che ho trovato sorprendenti. Parlando di trasporti scolatici, per esempio, si è detto (sintetizzo) che con il “famigerato” dissesto sono stati chiesti sacrifici, in maniera più o meno equa, a tutti,. Trovo che questa affermazione non sia condivisibile. So che parlare di questo tema è come fare le capriole sull’orlo di un precipizio, tuttavia, ritengo l’argomento di grande attualità, se non altro per i costi, si parla di 9 milioni circa di euro (18 miliardi del vecchio conio direbbe Paolo Bonolis) in 10 anni. Pertanto, un approfondimento in questo senso sarebbe auspicabile. Dati alla mano ognuno potrebbe farsi una idea precisa e capirne davvero le dinamiche. Il problema è capire se questo interessa realmente a qualcuno, temo proprio di no. Sono solo rogne, meglio non approfondire, conviene girarci intorno e alzare, quando è possibile, cortine di fumo. Poi, quando si diraderà (se mai si diraderà), vai a capire oltre al fumo che fine abbia fatto l’arrosto. Ho avuto l’opportunità, tra il 2002 e il 2005, di confrontarmi, per motivi di lavoro, con l’allora Sindaco Tenuta. Fu un’esperienza formidabile. Si realizzava allora l’isola pedonale, i problemi di certo non mancavano, ma dominava in tutti uno spirito orgogliosamente costruttivo. Erano altri tempi, sicuramente niente a che vedere con quelli di oggi, ma la mia sensazione è che lo spirito messo in campo oggi sia diverso dal passato. I tempi cambiano e con loro cambiano le politiche, le sensibilità ed fine, inevitabilmente, cambiamo forse tutti. |
PUBBLICATO 01/04/2014
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