COMUNICATO STAMPA Letto 3616  |    Stampa articolo

No alla privatizzazione della raccolta rifiuti

Foto © Acri In Rete
Partito Democratico - Acri
Sicuramente tra i numerosi problemi che affliggono il nostro paese in questo tetro momento della sua storia, c’è quello dei rifiuti. Percorrendo la maggior parte delle strade, in centro e nelle zone più periferiche, della nostra comunità cumuli di spazzatura formano ormai un ammasso uniforme, lercio e nauseante che non può passare inosservato.
L’attuale amministrazione, rappresentata in questo ambito dall’Assessore all’ambiente Ferraro, ha deciso di presentare un capitolato d’appalto attraverso il quale si darà in gestione l’intero servizio di raccolta rifiuti, finora gestito dai lavoratori precari, ad una ditta privata.
Il consiglio comunale dello scorso martedì ha approvato il capitolato d’appalto sui rifiuti.
Il Partito Democratico di Acri, attraverso i suoi rappresentanti in consiglio, ha espresso la sua contrarietà e le sue perplessità su quanto deciso.
Innanzitutto sarebbe opportuno sapere come mai l’Assessore Ferraro, dopo una sfarzosa campagna promozionale sul programma di lavoro riguardante la centralità della raccolta differenziata e del “porta a porta”, abbia improvvisamente cambiato idea sul da farsi. Dopo 10 mesi di puro e dannoso immobilismo, pieno di inutili slogan e dispendiose ricette per la risoluzione del problema, la soluzione finale sarebbe dare in mano ad un privato la gestione del servizio?
Non ci è chiaro inoltre come possa il Comune spendere per la gestione autonoma del servizio circa 3milioni di euro, utilizzando personale LSU, LPU e “ex art. 7” non a carico delle finanze comunali, e spendere invece soltanto la metà (circa 1.600.000 euro) affidando il tutto ad una ditta esterna. Le perplessità riguardano soprattutto la qualità del sevizio assicurato rispetto ad un costo relativamente contenuto ma è grazie alla lungimiranza del Partito Democratico che all’interno del capitolato sono state inserite delle sanzioni, per la ditta appaltatrice, in caso di mancato o non efficiente servizio.
Un capitolato forse troppo esigente e ottimista, che prevede il raggiungimento della soglia del 50% di raccolta differenziata dopo 6 mesi dall’affidamento del servizio, e poi del 65% dopo 1 anno. Se si riuscisse in questo il problema sarebbe risolto in un batter di ciglia! Ma moltissimi altri esempi attuali (e non) ci insegnano che le cose difficilmente potrebbero andare così.
Viene di fatto abbandonata un’idea, scopiazzata dal programma elettorale del centrosinistra, di una rivalutazione della raccolta differenziata e della centralità del “porta a porta”: un’idea che in non molto tempo avrebbe portato dei grossi vantaggi per il paese, con una consistente riduzione dei costi dovuto ai ricavi ottenuti dal materiale riciclato, alla riduzione dei costi dello smaltimento e alla riduzione dei rifiuti prodotti da mandare in discarica. Questa situazione di cose permetterà, invece, ad un privato di arricchirsi a discapito di una comunità che poteva trarre una fonte di guadagno dalla raccolta differenziata.
Un’idea che in molti comuni, come ad esempio in quello di Monte di Procida in provincia di Napoli, è diventata realtà e che per la nostra comunità sembra invece infattibile.
L'esternalizzazione rappresenta il fallimento di questa amministrazione. Il partito democratico vigilerà e denuncerà qual ora dovesse riscontrare qualche irregolarità, per prima cosa dove saranno collocati i rifiuti perché se è vero che la discarica di Pianopoli é quasi inutilizzabile, ci si chiede dove andrà a "depositare" il privato?
Cosa grave è stata la decisione di non interpellare la cittadinanza su questa esternalizzazione eliminando di fatto la concertazione con i cittadini, i quali stanno palesando tutto il loro disappunto per una questione così delicata.
Infine ci risiamo: il sindaco “grillino” torna al suo primo amore, dopo aver esternalizzato i trasporti creando una voragine nei conti del comune, ci riprova esternalizzando i rifiuti, in barba a tutti quei cittadini che avevano sperato in un primo cittadino “rinnovatore”, come dire il lupo perde il pelo ma non il vizio.

PUBBLICATO 23/03/2014





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