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Salvi gli uffici del Giudice di Pace

Foto © Acri In Rete
Piero Cirino
Martedì 12, dopo una sequela di notizie negative, Acri ha salutato con entusiasmo la conferma degli uffici del Giudice di Pace.
Era stato il Partito Democratico, nei giorni scorsi, con il capogruppo consiliare Pino Capalbo, a lanciare l’allarme circa la possibile soppressione del servizio.
A distanza di qualche ora, sempre da ambienti Pd, attraverso la deputata Enza Bruno Bossio, si era riaccesa la speranza. La conferma è arrivata ieri, con il decreto del consiglio dei Ministri che “salva” quei Comuni che si erano impegnati ad accollarsi le spese di gestione degli uffici del Giudice di Pace.
L’iter che si è concluso ha presentato tappe diverse e con alterni sentimenti per le comunità interessate. Il 19 febbraio scorso, con il decreto legislativo n.14, infatti, erano stati soppressi gli uffici periferici dei Giudici di Pace, tra cui quello di Acri, che dal prossimo 30 aprile sarebbe stato accorpato a Cosenza.
In precedenza era invece stata approvata la legge delega 148 del 14 settembre 201, che concedeva ai Comuni la possibilità di mantenere questi uffici facendosi carico di tutte le spese di funzionamento, a eccezione di quelle relative ai magistrati onorari
Successivamente era intervenuto il decreto legislativo, a firma del ministro Cancellieri, che, di fatto, cancellava la norma precedente, chiudendo gli uffici.
Nelle more di questi interventi legislativi, il consiglio comunale, in più riunioni, si era impegnato, all’unanimità delle forze politiche di maggioranza e opposizioni, ad accollarsi le spese di gestione degli uffici del Giudice di Pace, proprio per scongiurarne la chiusura. L’intervento della Ministra Cancellieri era stata poi un’autentica doccia gelata.
Gli uffici sono allocati nella stessa sede che fino a pochi mesi fa ospitava anche la sede distaccata del Tribunale di Cosenza, che non esiste più.
L’eventuale soppressione del Giudice di Pace avrebbe rappresentato per la comunità acrese l’ennesimo colpo per le sorti dei servizi pubblici e dell’economia del territorio.
La notizia che continuerà a operare ieri è stata appresa con un certo entusiasmo, soprattutto nel Partito Democratico che su questa vicenda si è sempre sentito in prima linea.
La speranza – ha dichiarato a caldo Pino Capalbo, capogruppo Pd in consiglio comunale – è che questa vicenda rappresenti una inversione di tendenza rispetto a un recente passato in cui Acri è stata privata di servizi importanti e in un momento in cui altri vengono messi pesantemente in discussione”.
Anche quei procedimenti in cui vi sono in ballo cifre di modesta entità potranno dunque continuare a essere appannaggio della circoscrizione acrese, su cui gravitano anche i Comuni limitrofi, con lo stimolo a pretendere una giustizia che altrimenti sarebbe stata compromessa da ragionamenti assai più utilitaristici.

PUBBLICATO 13/03/2014





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