La Acri-Serricella sempre piu pericolosa. Ed il progetto resta nei cassetti della regione
Roberto Saporito
Ancora una volta gli organi preposti sono stati costretti a interdire al traffico la strada comunale Acri-Serricella a causa di una frana. Non è la prima volta, non sarà l’ultima. La trafficata arteria collega il centro urbano con Serricella, una delle frazioni più popolate con i suoi duemila residenti. Nella giornata di venerdi il Comune, ufficio tecnico, a seguito di segnalazioni e sopralluoghi, decide di chiudere al traffico veicolare e pedonale il tracciato a causa di uno smottamento verificatosi proprio a metà strada, in prossimità della centrale Enel. In questo punto la strada presenta le maggiori criticità per via di numerosi costoni di roccia pronti a venire in giù in occasione di piogge ma anche di lievi e modesti eventi sismici mettendo così a serio rischio l’incolumità dei passanti. Per i residenti di Serricella si è trattato di un venerdì nero visto che per raggiungere il centro hanno dovuto percorrere la comunale Croce di Baffi e poi la statale 660 con notevole allungo dei tempi. Ma è tutta l’arteria, lunga circa dieci chilometri e con molti tornanti, ad essere in condizioni precarie. In molti tratti, infatti, è molto stretta, è carente di guarda rail, cunette e reti di protezione, e molti versanti sono instabili. Anche per questi motivi la precedente giunta era riuscita a intercettare ben trenta milioni provenienti da Cipe per la messa in sicurezza della strada. Del progetto preliminare, depositato alla Regione poco meno di un anno fa, non se ne sa più nulla. Il cambio di amministrazione ha rallentato di molto l’iter anche se molti affermano che oramai il finanziamento si è perso. Sarebbe un'autentica doccia fredda per la nutrita popolazione di Serricella.
Il progetto prevede l'ammodernamento della strada con l'allargamento di alcuni tornanti e la realizzazione di un viadotto nei pressi della centrale Enel, la messa in sicurezza di tutti i versanti in frana, la realizzazione di opere di sostegno come muri e gabbioni e la canalizzazione delle acque. Insomma una serie di interventi per rendere più sicura e funzionale la strada spesso teatro di incidenti molto gravi. C'è di più: la nuova strada collegherebbe il centro con la popolosa ed attiva zona di La Mucone che conta circa duemila anime e che ospita una serie di servizi ed attività imprenditoriali. L'obiettivo, quindi, sarebbe stato anche quello di avvicinare le due zone e impedire l'esodo dei lamuconesi verso altre aree. Ora, c’è il concreto rischio che i fondi abbiano preso un’altra via e che la comunità abbia perso un’altra grande occasione. Ma c’è poco da meravigliarsi. Nello scorso mese di settembre fu lo stesso Scopelliti, dopo averlo avallato, a bocciare l’intervento sulla strada. “Per la giunta regionale non è una priorità, occorre pensare alle grandi infrastrutture che coinvolgano grosse realtà”, disse. Nessun fischio, nessun vaffanculo. Mentre il governatore proferiva, il sindaco Tenuta, posizionato alle sue spalle, sorrideva, forse ancora perché frastornato dalla vittoria elettorale e dagli oltre 7000 voti mentre l’assessore ai lavori pubblici, un certo Ferraro, pensò bene di disertare l’iniziativa. |
PUBBLICATO 10/03/2014
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