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Acri avvelenata da criminali... e da distrattori di massa

Foto © Acri In Rete
Salvatore Ferraro
Subito dopo la firma del protocollo d'intesa fra Comune ed Arpacal sulla qualità dell'aria nel nostro territorio, Acri In Rete, ho colto l'occasione per uno scambio di vedute con il Direttore Scientifico dell'Ente, Prof. Oscar Ielacqua.
In particolare ho espresso al Professore la preoccupazione su tutti gli altri aspetti che riguardano i fattori di rischio ambientali e sanitari che incombono sulla testa di tutti noi Acresi.
Dall'amianto ai fusti tossici interrati diffusamente su tutto il territorio, dal cemento radioattivo a basso costo proveniente dall'est inizio anni novanta ai veleni chimici abusati in agricoltura, insomma ho enumerato buon parte di tutti quegli inquinanti che nessuno mai si è preoccupato di controllare, pur in presenza di un'elevata progressiva diffusione di alcune patologie, prima fra tutte quelle oncologiche.
Pur riconoscendo
che ognuno di questi fattori di rischio andrebbero valutati con il dovuto rigore scientifico, ho fatto notare che lo studio della qualità dell'aria effettuato nei due anni passati ad Acri, ha portato all'accertamento di un'anomalia unica in Calabria.
Il tasso superiore alla norma di Benzene nella nostra aria.
Basta confrontare gli stessi studi effettuati a Cosenza (clicca qui)
A Cosenza la centralina mobile dell'Arpacal ha rilevato, per due anni, la qualità dell'aria all'uscita dell'autostrada e presso la Città dei Ragazzi, luoghi a traffico intenso.
Ora se si pensa che gran parte della concentrazione del Benzene, sostanza cancerogena, è prodotta dallo scarico delle auto, risulta allarmante che da noi (la centralina era posta in un posto scarsamente trafficato, Scuola Media Padula) si superi la concentrazione massima.
C'è di più, come si evince dal grafico a pagina 27 dello studio pubblicato (scarica la tabella)


il livello massimo è superato soprattutto in autunno e in inverno.
E' necessario allora, visto che da noi i camini sono utilizzati più che ogni altro sistema per riscaldamento domestico, stare attenti a ciò che si brucia.
Primo fra tutti gli incriminati è da considerarsi la Diavolina, quelle tavolette che si usano per accendere il fuoco, è che contengono al 70% Benzene. Andrebbero proprio bandite dal commercio.
Secondo, bisogna evitare di bruciare plastica, cassette di legno o pezzi di legno verniciati, o più in generale utilizzare solo la legna.
E stare attenti alla provenienza del pellet, soprattutto quello importato dalla Cina o dall'Est europeo. Il basso costo viene poi pagato in termini di inquinamento.
Abbiamo allora convenuto con il Direttore sulla necessità di prendere in considerazione ad uno ad uno tutti i fattori di rischio con metodo scientifico e giungere ad un chiaro inquadramento epidemiologico per poi prendere provvedimenti.
Inutile considerazione. Certo che spendere la vita e il proprio tempo per la salute dei miei concittadini, e anche per quelle persone, anzi direi, esseri umani, che si dilettano a dar sfogo alle loro frustrazioni con calunnie meschine nei miei confronti, e che io chiamo distrattori di massa, non mi serve sicuramente da sprone.

PUBBLICATO 10/02/2014





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