C’è un popolo intero che riscopre le proprie radici e l'orgoglio di appartenenza. Che commenta, si appassiona, ride e piange davanti al pc.
Negli ultimi giorni su Facebook sta impazzando un gruppo Sei di Acri se… Forse nemmeno chi lo ha proposto, un acrese trapiantato in Sardegna, Francesco Belsito per gli amici "U BIOND", avrebbe potuto immaginarne un successo così inaspettato.
Un format semplice che consente “all’acritean” di raccontare, con i propri ricordi, le mille sfaccettature della città.
L’adesione è stata massiccia e compatta. Il piacere e il gusto di leggere tra le righe ma anche di scrivervi con il sorriso e il ghigno che è proprio di chi ricorda. Di chi in quella memoria di infanzia e gioventù, ma anche di istanti attuali, riserva un posto speciale ai luoghi più cari.
Il "fenomeno mediatico", Sei di Acri se…, in pochi giorni ha superato i 1600 iscritti e nella cui bacheca (clicca qui) è un trionfo di protagonisti, detti, proverbi, fotografie, citazioni, ricordi in dialetto acrese. Uno spasso leggerli e commentarli.
Per molti un tuffo nel passato in quell’amarcord che insieme è affetto e memoria per la nostra cittadina.
"Sei di Acri perché riesci a creare un gruppo del genere dove i ricordi si affollano e si mescolano riportandoci a momenti impressi nella memoria che rendono ognuno di noi orgoglioso e felice di appartenere ad una così bella comunità!
Acri è nel cuore di ognuno di noi, vicini e lontani, giovani e meno giovani e la partecipazione a questo gruppo lo dimostra ampiamente!
Complimenti a chi lo ha ideato e grazie da parte mia per il tuffo nel passato e nelle memorie di tutti voi!"
La corsa è a chi ricorda di più e meglio. O a quanti, in poche parole, sintetizzano ciò che ieri e oggi é l’appartenenza a questa città.
"Sei di Acri se… quando nu ziariello vuole sapere le tue origini ti chiede: giuvanottì (signuriné), vussuria a chin'arrazz?"
"Sei di Acri se… racchiude tutte insieme certe emozioni e sensazioni. Personaggi, luoghi, eventi, modi di dire, storie vere o leggendarie.
E non mancano accenni a vecchi negozi, ristoranti, pizzerie, ritrovi abituali di oggi, di ieri e di un passato più remoto.
Impossibile non scorrere i post e avere un sussulto di nostalgia per una Acri che sta vivendo un momento di estrema difficoltà sociale e politica.
A ognuno di essi è legato un aneddoto dell’infanzia o della propria gioventù.
"Sei di Acri se… T'ha fatt l’affascin: supra ssa frunta santa c'è llu miarrudu chi canta e llu miarrudu e la pica e llu…"
"Sei di Acri se… da bambino quando ti mettevi a piangere per motivazioni diverse sempre tua madre ti diceva... statti citt ca si viegn ti dugn'u riest!"
Oppure c'è chi chi scrive "Sei di Acri se… nel grigiore di una fredda domenica tutta "Milanese", mi sto riscoprendo più acrese di quanto pensassi ... e (suda suda) mi ste faciannu nu sacch e risi. "
I modi di dire, in rigoroso dialetto acritean, fanno sorridere più di ogni altra cosa. Citarli tutti sarebbe impossibile, ma basta iscriversi (clicca qui) al gruppo per ritrovarli tutti.
"Sei di Acri se… leggendo questi post ti diverti da morire ma, allo stesso tempo ti commuovi perché ricordi luoghi, persone e anche sapori del passato, oltre che del tuo quotidiano, e pensi che per chi, come molti di voi si trova fuori Acri, questo e' un meraviglioso modo per sentirsi più vicino e ricordare i bei momenti, ma per chi come me, ci vive e ci ha investito, con tutte le difficoltà che qui più che altrove si incontrano, e che in certi momenti te lo fanno anche odiare questo nostro paese, tutto questo è servito a farti ricordare anche quanto lo ami, e a farti pensare e soprattutto sperare che forse non è stato poi tutto sbagliato."
È lo spirito di una comunità che, all’improvviso, tra un’operazione di home banking e un’occhiata alla mail, ritrova la propria storia, le proprie tradizioni, ritrova se stessa.
Un saluto a tutti e grazie...