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Lettera aperta al dott. Ferraro

Foto © Acri In Rete
Filomena Cupelli
Gentile dott. Ferraro,
mi rivolgo a lei perché leggo i suoi numerosi appelli al senso civico dei cittadini. Le premetto che sono contenta di vivere nella cittadina di Acri e sono contenta di pagare con tanti sacrifici le tasse anche se di questi tempi i loro nomi mi sono diventati incomprensibili. Sono una donna semplice e come tale mi piace parlare e non mi importa di apparire banale.
Era banale parlare fra di noi concittadini di aver pagato o meno le cartelle di acqua, spazzatura, ici? Certamente non è colpa vostra ma bensì di un governo confusionario e lontano dalla gente se le diciture sono cambiate e ora paghiamo tares, imu e via dicendo e spesso ci rivolgiamo a dei consulenti perché non siamo nelle condizioni di capire ciò che dobbiamo o non dobbiamo versare. Il sindaco ha emanato delle ordinanze circa i rifiuti e l’ostacolare il randagismo, problematiche che mi interessano e coinvolgono tantissimo, allora vorrei porle delle semplici domande:
1) Nelle nostre case, ci attiviamo per la differenziata, contenitori di fortuna raccolgono i nostri rifiuti selezionati. Nel momento che ci accingiamo ai cassonetti, regna sovrano il caos. C’è confusione su dove depositare il tutto. Perché continuiamo a trovare montagne di generica spazzatura?
2) Per combattere il fenomeno randagismo si è provveduto a invitare i cittadini in possesso dei certificati rilasciati dall’anagrafe canina, a recarsi presso la polizia municipale.

A tanti (compreso mio marito) arrivati lì è stato detto di recarsi dall’ingegnere Feraudo, che da quanto so si occupa di ben altro.
Quali informazioni e strumenti avete fornito ai vigili? Sabato 1 febbraio, mi sono ritrovata a salvare dalla strada un magnifico esemplare di pastore tedesco adulto.
Abbastanza spaventato come lo erano gli automobilisti che transitavano nei pressi della via Scannelle- Salici. Il cane spaventato e triste, gli automobilisti spaventati e indifferenti. Il cane mi ha seguito in giardino dove ho provveduto a rassicurarlo e saziarlo, ho telefonato ai locali carabinieri che gentilmente mi hanno invitata a rivolgermi alla asl ed eventualmente al comando dei vigili urbani. Essendo già nel primo pomeriggio ho chiamato questi ultimi e nella loro attesa mi sono rivolta al dott. Pancaro che trovandosi lontano fisicamente si è attivato comunque a cercare qualcuno che avesse potuto veder smarrito il proprio cane.
La dottoressa Manes si è recata subito da me e priva di strumenti perché non in possesso della semplice attrezzatura per rilevare l’eventuale presenza di microchip, ha mostrato comprensione per la mia sfiducia di cittadina e mi ha supportata con la sola risorsa umana andando in giro per cercare qualcuno che potesse riconoscere il cane.
Allora, dott. Ferraro da dove vogliamo iniziare? Non siamo riusciti neanche a sapere se il cane appartenesse a qualche “essere umano” probabilmente triste o disgraziato! Dopo quattro ore disperate circa la sorte del cane, sicuramente rifiutato dal canile al quale il nostro “povero” comune avrebbe dovuto compensare l’ospitalità, siamo riusciti a sistemarlo presso una famiglia di buon cuore. Per un secondo ho pensato: - chi me l’ha fatto fare? Perchè ho invitato il cane a seguirmi se non potevo tenerlo?- Poi mi ha risposto la mia coscienza che di certo non aveva bisogno di un’ordinanza contro il randagismo. Gli occhi tristi del cane erano la risposta. Il suo essere muto era la risposta. Ha invitato tutti ad aiutarlo e amarlo col solo porgere affettuoso la sua zampa. Sa cosa penso, dott. Ferraro? Il cane, sabato ha emanato un’ ordinanza, questa non prevede multe, non prevede calcoli, prevede solo amore.
Nell’augurarle buon lavoro le porgo cordialmente distinti saluti.
Il mio ringraziamento va alle persone di buona volontà: la dottoressa Manes, il dott. Pancaro, la meravigliosa famiglia che ha concesso spazio nel cuore e in casa al cane triste e mansueto.



PUBBLICATO 03/02/2014





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