Non mi intimoriscono i “quaquaraqua’” della diffamazione
Gino Trematerra
“Dagoberto” seguita con ostinazione a raccontare frottole sulla mia vita politica che non meriterebbero, essendo talmente false e spregevoli, alcuna attenzione. Nella mia vita ho conosciuto ben altre prepotenze, perciò non saranno le maldicenze di un Carneade di Acri a impaurirmi.
Dinanzi alla miseria umana non c’è ragione che possa prevalere! Si evince da sé, leggendo le stupidaggini che il Nostro diffonde nella Rete, che apparteniamo a categorie umane opposte. Io ho una storia politica lunga e luminosa che chiunque può passare in rassegna, nel bene e nel male; costruita, passo dopo passo, con sacrificio e passione per la politica, il bene pubblico e per la mia gente. Una storia politica vissuta dentro Partiti che hanno fatto la storia del Paese nel pieno rispetto della Costituzione e delle radici cattoliche; il Nostro è non un ominicchio (cito Sciascia) ma, viste le cose insulse che riferisce assemblando insulti e offese gratuite, un “quaquaraquà” che non ha il coraggio del confronto alla luce del sole. Straparla per coprire la sua pochezza politica. Io prediligo il dibattito leale, pubblico, che implica anzitutto il rispetto per l’altro e per le sue ragioni; il Nostro, al contrario, spara unilateralmente diffamazioni da un luogo che non consente repliche contestuali, fidando che, seguitando a diffamare, qualcosa resterà nella mente di chi s’imbatte nelle sue cialtronerie. Non meriterebbero risposta le sue diffamazioni incentrate su un pregiudizio che è frutto della sua impotenza politica a misurarsi dignitosamente con il sottoscritto. Tuttavia, a parte la querela depositata dal mio legale presso la Procura della Repubblica il 27 dicembre e le altre già pronte a fronte delle rinnovate accuse che il Nostro mi muove senza il benché minimo fondamento, non è superfluo rimarcare che il sottoscritto non si lascia né mai si lascerà intimorire da chi, privo di ogni traccia di cultura politica, vorrebbe trasformare il linguaggio in un’arma contundente. Non mi sono mai spaventato in vita mia dinanzi all’arroganza delle minacce di chi, forse con l’intento di prendere per i fondelli la gente, reputa di essere signore assoluto della verità. Per cui, mentre saprò attendere che il Nostro spieghi alla Giustizia (non più a me) il suo dispiegamento d’insulti, non resterò politicamente inerte, ma andrò avanti esercitando, ad Acri ed in Calabria e in ogni luogo, la mia funzione politica ed istituzionale in libertà e con il coraggio delle mie idee. A chi forse ha pensato che, colpendomi con le fandonie, io mi sottomettessi per quieto vivere, vorrei far sapere, modestamente ma con la maggiore determinazione possibile, che io non mollo. Non mi spaventano le grida di chi non ha argomenti! Fin quando avrò il consenso e la fiducia che i cittadini mi hanno sempre abbondantemente dato, il mio impegno politico non mancherà e, anzi, saprà ancora produrre risultati per la mia Calabria, nonostante le anime nere che purtroppo si agitano intorno a noi. |
PUBBLICATO 24/01/2014
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