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L’altra politica italiana (da noi no)

Foto © Acri In Rete
Assunta Viteritti
Ieri sera a Otto e mezzo condotto da Lilli Gruber su La7 erano ospiti Beppe Severgnini, giornalista della carta stampata, inviato Rai e scrittore (ha scritto nel 2013 Italiani di domani clicca qui per leggere) e due sindaci di comuni del Sud: la sindaco di Rosarno, l’avvocato Elisabetta Tripodi e la sindaco di Corigliano d’Otranto, l’insegnante Ada Fiore. Il titolo della serata era “l’altra politica italiana”. Due donne abbastanza giovani, non più di 50 anni, serene, quasi timide ma allo stesso tempo brillanti, appassionate e consapevoli del loro ruolo istituzionale e morale.
La prima governa un territorio difficile, quello di Rosarno, dove il potere di interessi mafiosi locali ha storia lunga e dove l’immigrazione clandestina di persone  provenienti dall’Africa rende quel territorio un luogo di reclutamento di lavoro stagionale a bassissimo costo (costo di schiavitù diciamo). Elisabetta Tripodi è oggi sotto scorta perché ha contrastato gli interessi di un mafioso locale, in carcere, espropriando una sua abitazione. Fa il suo lavoro con calma, determinazione, qualche nota di rassegnazione (per il disinteresse nazionale e regionale verso i suoi problemi locali) ma  anche con una grande chiarezza d’animo e una limpida progettualità come amministratore locale. Rosarno ha quasi 15.000 abitanti, un sacco di problemi ma anche un sindaco motivato e capace. Elisabetta Tripodi è stata di recente intervistata da John Lloyd del Financia Times (clicca qui per leggere).
Ada Fiore, l’altra sindaco ospite di Lilli, amministra con soddisfazione dei suoi cittadini un Comune di quasi 6.000 abitanti nel Salento leccese, continua a insegnare, anche se a meno ore, e si è inventata un modo per promuovere il suo territorio, ha realizzato un parco nella sua città dal nome “Giardino di Sophia” e ha scritto un libro dal titolo Vota Socrate (Clicca qui per leggere). Entrambe usano solo una parte della loro indennità di sindaco (attorno ai 500 euro) e il resto lo devolvono per iniziative sociali del comune. Laboriose, serene, motivate, guadagnano poco, amano la loro terra, sono sostenute dai loro cittadini cercano di promuovere territori che hanno enormi necessità. Hanno idee pratiche da mettere in agenda ogni giorno, governano territori difficili con poche risorse, non fanno miracoli ma non fanno neanche abominevoli disastri (morali, economici, sociali…).
Le donne al governo delle amministrazioni locali forse fanno meglio? Non è una certezza ma gli indizi ci sono tutti!  Sarebbe forse da provare in futuro anche dalle nostre parti? Io me lo auguro. Donne capaci ci sono, alcune di loro stanno in ombra di amministratori uomini troppo scaltri ma altrettanto incapaci.
Gli uomini di ogni colore politico, ad Acri e dintorni, hanno fatto tutto ciò che potevano (o sapevano) fare, questo è sotto gli occhi di tutte e di tutti. Buon 2014 agli amministratori acresi!

PUBBLICATO 19/01/2014





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