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Il dissesto finanziario “spegne” il Natale acrese

Foto © Acri In Rete
Roberto Saporito
E’ un Natale “in bianco”, ovvero privo di luci, bagliori e decorazioni. I cittadini acresi sono stati gli unici della regione, forse, a non aver visto abbellita a festa la propria città. Con un dissesto finanziario certificato dalla Corte dei Conti, e che sarà discusso nel consiglio comunale del prossimo trenta dicembre, l’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno effettuare tagli anche in questo settore dopo aver ridimensionato una serie di servizi.
Solo due grandi alberi di Natale, due pini, posizionati in piazza Sprovieri e davanti alla basilica del Beato Angelo, a caratterizzare il Natale acrese. Per il resto, nulla, le casse comunali sono così vuote da non permettere neanche un “buone feste” all’ingresso della città e nessuna luminaria per le vie del centro. Si tratta della prima volta nella lunga storia della città. Neanche i privati, in primis i commercianti, dei vari quartieri hanno inteso organizzarsi con il fai da te, autofinanziandosi e garantendo un minimo di abbellimento con luminarie e decorazioni.
La crisi, evidentemente, ha colpito in modo massiccio anche loro. E se a ciò si aggiunge che il comune, a rotazione, sta provvedendo a spegnere i punti luce delle varie vie per contenere la spesa di energia elettrica, si può capire che il panorama, soprattutto di sera, è davvero triste. Non va meglio riguardo manifestazioni ed iniziative in genere, al chiuso o all’aperto.
L’amministrazione comunale, ed in particolare l’assessorato alla cultura, sebbene abbia promesso mari e monti durante la recente campagna elettorale e nonostante la buona volontà degli uffici e dell’assessore Capalbo, che aveva garantito una svolta epocale nel settore della cultura, si è dovuto ricredere ed ha dovuto fare i contri con la triste realtà. Il risultato è che per tutto il periodo natalizio il comune non ha organizzato alcun spettacolo ma si è limitato solo a dare il patrocinio, ovvero a concedere a privati l’utilizzo delle strutture.
Finiti i tempi dei concerti, delle commedie degli spettacoli in genere. Sarà così anche per l’ultimo ed il primo dell’anno, in compenso sono numerose le iniziative che si tengono nei bar, pub e ristoranti con spettacoli per tutte le età, ovvero cantanti e gruppi, cover, comici, folk, filmati, giochi di società. Tutto esaurito nei ristoranti che organizzano il cenone del 31 con prezzi che variano tra i 35 e gli 80 euro, compreso l’intrattenimento musicale del dopo cenone.
Cattive notizie provengono dalle presenze: dai primi risultati pare che almeno il 30% degli emigrati hanno deciso di non fare ritorno nella terra natia, anzi sono aumentati i viaggi di chi, genitori in primis, hanno deciso di andare a trovare i figli che studiano e lavorano al centro o al nord o anche all’estero.
Davvero un trend preoccupante che ha avuto inizio da qualche anno, da ciò il fatto che anche i locali e gli alberghi hanno fatto registrare un netto calo delle presenze.

PUBBLICATO 30/12/2013





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