Il sonno della ragione genera mostri
Maria Gabriella Ferraro
Immaginiamo di eliminare improvvisamente da una città tutto quel fitto reticolo di associazioni, da quelle ecologiche, a quelle artistiche, letterarie, scientifiche, culturali, da quelle musicali, teatrali, sportive, storiche, di mutuo soccorso, a quelle religiose, di assistenza, ai gruppi di volontariato, in pratica la parte più viva e più attiva della società, sarebbe improvvisamente una città più triste, più difficile da vivere, più complessa da governare.
Probabilmente sarebbe impossibile viverci ma è quello che sta accadendo ad Acri, nel mio paese è in fieri come fa un’associazione, con i proverbiali problemi economici con cui gestisce ogni suo programma, ad organizzare un qualsiasi evento se alle spese da affrontare, adesso deve aggiungere anche il fitto dei locali comunali??? Ho letto, magari in ritardo, la delibera comunale e preso visione di un “listino prezzi” che mi ha, con molta amarezza, fatto riflettere, sono una socia F.I.D.A.P.A. della sezione di Acri, e faccio vita d’associazione da sempre, ho affrontato e superato difficoltà diverse in occasioni diverse, e chi come me fa parte di gruppi associativi lo sa benissimo, ma questa volta è diverso, questa volta è veramente triste, mi sono chiesta se qualcuno sa che esiste un movimento continuo di persone pronte a sacrificare la loro persona per migliorare l’ambiente sociale, persone che sacrificano il loro tempo ed i loro affetti, che si scontrano verbalmente all’interno di organizzazioni senza abbandonare la presa, a dimostrazione del loro attaccamento e della loro passione per quei luoghi dove si crea il dibattito e il confronto. Tante volte l’egoismo rende indifferenti ai problemi senza che ci si accorga che l’indole umana è più propensa all’aggregazione piuttosto che all’isolamento, perché in fondo le esigenze degli altri non sono che le nostre stesse esigenze viste da un’altra angolazione. Questo mondo, proprio perché cerca di dare risposte ai problemi, incontra tutte le difficoltà possibili e immaginabili, perciò non è un mondo in cui si può fare fortune finanziarie o avere la possibilità di sfilare nelle grandi passerelle. Questo mondo assorbe e non lascia il tempo, se svolto seriamente e con attaccamento. I coraggiosi, coloro che sono immersi in questo genere di attività, amano il sorriso delle persone che stanno loro accanto e non ne farebbero mai a meno a costo di qualsiasi sacrificio. A loro basta un piccolo gesto di cordialità per essere ricompensati di tanta fatica. Penso che a ciò si nasca un po’ propensi, cioè una certa sensibilità si ha o non si ha, non la si acquisisce dall’oggi al domani, figuriamoci poi riconoscerla quanto è difficile… In Italia oltre nove milioni di cittadini sono attivamente impegnati in questa rete, realtà diverse per storia, per progetti, per costituzione, per obiettivi, ma tutte caratterizzate da alcuni importanti punti in comune: l’assenza di scopo di lucro, la capacità di ottenere un significativo apporto di risorse umane a titolo gratuito e volontario, l’essere organizzazioni private nate dall’iniziativa spontanea ed autonoma dei cittadini, nate dall’amicizia, come è successo alla F.I.D.A.P.A., ma con finalità sociali di grande rilievo, per essere strumenti attivi, motore della partecipazione, veicolo delle solidarietà e delle responsabilità comuni, perchè tutto questo deve morire??? Non posso accettarlo, passi per il buio delle strade, ma quello delle menti, una come me, che è alla continua ricerca della luce veramente non può accettarlo. |
PUBBLICATO 20/12/2013
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