L’udc all’amministrazione: errare e’ umano ma perseverare e’ diabolico. Ma siamo pronti a collaborare per il bene della citta’
UDC - Acri
La dichiarazione di dissesto del bilancio del Comune di Acri è fonte di
gravissime conseguenze, sia per l’Ente locale che per la collettività. Si
entra, infatti, in un circuito di rigida vigilanza contabile che,
inevitabilmente, colpirà l’autonomia statutaria e ridurrà i servizi
pubblici, aggravando a dismisura il disagio economico e sociale dei
cittadini.
Chi ha inteso far passare sette mesi in denunce, ipotesi d’incompatibilità o peggio ad escogitare sistemi per colpire singoli politici, piuttosto che adoperarsi per fronteggiare una difficile situazione contabile che avrebbe avuto bisogno di politici responsabili e non di improvvisazioni amministrative, oggi deve cambiare passo. Chi non ha inteso ascoltare suggerimenti ed osservazioni propositive, ma si è cimentato ad alzare muri istituzionali di cemento armato, oggi, a dissesto ufficializzato, dovrebbe immediatamente, se fosse intellettualmente onesto, fare autocritica. L’ostinazione è una brutta bestia, non ha niente di politico e serve solo ad acuire rancori sociali ed a produrre - com’è infatti accaduto - fallimenti i cui costi ricadono sulle spalle della gente. L’UDC ed i suoi vertici, da sempre, sia quando sono stati al governo che all’ opposizione, hanno tenuto un atteggiamento di collaborazione fattiva con le altre forze politiche , sicuri che soltanto unendo gli sforzi e le energie a nostra disposizione ed evitando il più possibile polemiche sterili e conflitti autolesionistici, si potesse far crescere la nostra città, garantendole uno sviluppo armonioso ed in linea con le migliori performance di crescita di questa parte del Mezzogiorno italiano. Da sette mesi a questa parte, viceversa, un’Amministrazione eccessivamente sicura di sé, ma soprattutto spavalda e priva di ogni predisposizione al confronto, ha ritenuto di privarsi del nostro apporto e dell’esperienza amministrativa propria di una forza politica dalla storia lunga come l’Udc. L’epilogo di questa insensata posizione autoreferenziale è sotto gli occhi di tutti: la dichiarazione di dissesto dovuta alla mancata predisposizione di un benché minimo piano alternativo all’intervento drastico della Corte dei Conti. Ancora una volta, tuttavia, il desiderio di aiutare la nostra città ci spinge, piuttosto che a fare “processi” politici che sarebbero del tutto legittimi considerata la scelleratezza di taluni comportamenti, a fornire, se pubblicamente richiesto e qualora si prendesse atto degli errori commessi, il nostro contributo politico al fine di individuare i percorsi amministrativi, giudiziari e politici che occorrerà imboccare al più presto. E’ tempo, quindi, che le forze politiche che finora hanno proceduto con gli occhi bendati da pregiudiziali chiusure e veti insensati, si misurino con la triste realtà del dissesto, non più con proclami e generiche rassicurazioni, ma attraverso idee, proposte e soluzioni che possano riscattare la nostra città da questa degradante quanto immeritata condizione di marginalità istituzionale. |
PUBBLICATO 14/12/2013
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