Per cogliere la drammaticità della circostanza, occorre leggere la probabile insolvenza del nostro Comune in relazione alla “grammatica dell’austerità”, ed in particolare alle ultime misure che l’Italia ha adottato in seno all’Europa. - Novembre 2013. La sessione plenaria di Strasburgo approva il Regolamento della nuova politica di coesione territoriale dell’Unione europea. L’art. 21 del Regolamento introduce la “condizionalità macroeconomica”per cui, gli Stati pigs, rischiano di perdere l’intera programmazione dei fondi 2014-2020, se non rientrano nei limiti di deficit (> 3% del PIL) e cofinanziamento prestabilito. - Aprile 2012. Il Parlamento italiano, primo in Europa e con una maggioranza ultraconformista, introduce il “pareggio di bilancio” in Costituzione. In base al principio, i bilanci delle pubbliche amministrazioni, ed in particolare dello Stato, debbono essere sistematicamente in pareggio. - Marzo 2012. L’Italia ratifica il “fiscal compact”: tra le sostanziose misure, l’obbligo alla riduzione del debito pubblico per un ventesimo della quota che supera il 60% del Pil per 20 anni. Vale a dire: manovre di circa 40-50 miliardi di euro l’anno. Nei prossimi mesi queste misure cominceranno a produrre i loro effetti, restituendo scenari inediti.

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