GGrazie Giovanni e grazie Emilia. Sono i sedicenni come voi che oggi fanno palpitare un desolato paese alla deriva qual è il nostro.
Il respiro culturale del Premio Padula 2013 ha ridato a molti di noi la speranza di poter credere nella Cultura, nella forza delle idee e dei sogni. L’entusiasmo con cui mia figlia ha raccontato gli incontri che gli studenti hanno avuto, prima della straordinaria serata conclusiva, con autori quali: Giuseppe Lupo, Romana Petri, Rossella Postorino, Paolo Di Stefano o al Caffè letterario, ha fatto crescere in me il rammarico di non poter essere sempre presente, esule per motivi di lavoro, lontana fisicamente ma partecipe ad un evento che per me è da sempre stato cibo per l’anima.
A mio parere, quando si vuole prendere parte ad un banchetto culturale, non importa sapere chi e in quanti hanno stilato il menù, la fame dei nostri ragazzi è così tanta e le occasioni sempre più rare che bisognerebbe volare più in alto, essere super partes, dare esempio costruttivo e non distruttivo del tanto o del poco che si è messo in campo.
Invito tutti a rileggere, attentamente, l’articolo di Giovanni Amarella, la freschezza degli aggettivi, il disincanto che traspare dal suo breve contributo mi fa ben sperare in una giovane generazione sana, non necessariamente isolata dietro uno schermo tecnologico, ma che si reca sognante ad un incontro culturale e ne prova felicità!
Quale migliore finalità per un premio letterario? Certo, la felicità non è contemplata dallo Statuto! Così come non lo è l’ebbrezza e lo stordimento trasognato di mia figlia al ritorno dall’incontro-dibattito con l’autrice Lidia Ravera. Emilia sprizzava felicità da tutti i pori per aver incontrato l’autrice del libro che stava leggendo con la consueta voracità. La disponibilità dell’autrice, l’affabilità con cui si è proposta agli studenti, ha reso tangibili i sogni. La corrispondenza culturale, il feeling sorto tra mia figlia e l’autrice, si sono concretizzati nella stesura della recensione del romanzo “Piangi pure”, classificatasi al primo posto della sezione giovani del Premio Padula.
Così, il sogno diventa realtà: borsa di studio, e-mail all’autrice, richiesta di partecipazione ad un corso di scrittura creativa… ed il sogno continua come solo i sedicenni sanno! La realizzazione dei sogni non è prevista dallo Statuto, purtroppo, ma l’arricchimento culturale certamente sì!
Ad Emilia, a Giovanni e a tutti gli altri ragazzi che non sono rimasti indifferenti all’evento, sarebbe semplice dire: “Siate affamati”! A questi “fiori nel deserto” chiedo, piuttosto: “ Fatemi sognare con voi”!
Al netto di ogni polemica, vi auguro sempre di essere ladri di emozioni!!