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Le ragioni di ognuno

Foto © Acri In Rete
Antonello Luzzi
Il successo, le critiche e le polemiche hanno sempre accompagnato qualsiasi manifestazione. Il premio Padula è stato da sempre un ottimo palcoscenico per chi vi è salito ed un ottimo diversivo per chi andava da spettatore. Sono un ex alunno della prof.ssa Capalbo attualmente assessore alla cultura nel nostro Comune. La conosco bene, mia docente di filosofia e storia al liceo Scientifico, abbiamo avuto incontri e scontri di idee e come qualsiasi prof. in quel periodo è stata considerata simpatica o a volte antipatica secondo le nostre valutazioni del momento. Di certo so che la prof.ssa Capalbo non può sentirsi dire che non conosca la cultura. Piaccia o no la prof. ha detto quello che pensa della Fondazione Padula con spirito critico e di certo non di invidia.
Il Premio quest’anno è coinciso con un disagio notevole per chi doveva arrivare ad Acri. La strada, chiusa una settimana prima, è stata riaperta per l’ occasione. Ora è calato il sipario e la strada è nuovamente chiusa. Non parlo per colore politico e di appartenenza agli ideali dell’assessore Capalbo, anzi.
Ho mostrato interesse alla campagna elettorale del prof. Giuseppe Cristofaro e ho democraticamente visto vincere il dott. Nicola Tenuta. Ma il dispiacere più grande è stato nei giorni successivi alle elezioni, quando abbiamo assistito ad una vera guerra tra compatibilità e scelte. Di certo è stata una delusione vedere il mancato sindaco Cristofaro rinunciare ad una bella, forte e leale opposizione per amore della carica di Presidente della Fondazione Padula. Quest’ ultima fa parte, è vero, di quella cultura che Acri deve portare avanti, ma non a tutti i costi e in una bolla di sapone. Il prof. Cristofaro si è scordato del suo elettorato, ha affidato tutto ad un iter burocratico e intanto ha scelto.
Possiamo dire che si è visto il coinvolgimento dei giovani nel Premio Padula?
Chi dice si, chi dice no. Coloro che dicono si forse si riferiscono agli studenti delle scuole superiori di Acri che vengono preparati a stabilite letture per recensioni che poco sanno di spontaneità. Io ricordo per esempio che il premio che si dava agli studenti, non era mai un momento coinvolgente che faceva battere il cuore. Si andava in pochi alla manifestazione letteraria e guarda caso c’era qualcuno lustrato di tutto punto dai capelli alle scarpe perché sapeva di dover fare bella figura nel momento del ritiro del premio.
Non ricordo male. Questo creava disinteresse negli anni successivi quindi, perché vi meravigliate se la prof.ssa Capalbo parla di una gestione di pochi? Certo, è sempre bello vedere la nostra Acri per dieci minuti nell’edizione mattutina e serale del tg3. Ma qualcuno si è fermato a riflettere sul disagio che hanno le persone per arrivare ad Acri in quest’ultimo periodo? Qualcuno si è preoccupato di parlare dei giovani universitari che non vogliono (o non possono?) più tornare ad Acri? Qualcuno ha visto il disagio dei disoccupati e dei precari? Qualcuno ha parlato del dissesto finanziario del nostro Comune? Si dice che la ragione sta sempre al centro, ma scusate io non la trovo lì… neanche a destra e neanche sinistra.

PUBBLICATO 14/11/2013





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