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Il comune contro la fondazione Padula. Non sta rispettando lo statuto

Foto © Acri In Rete
Roberto Saporito
La Fondazione Padula non sta rispettando le finalità dello statuto e, quindi, occorre metterci subito mano.” Paola Capalbo, assessore comunale alla cultura, in mezz’ora spiega i motivi che l’hanno portata a disertare i tre giorni del Premio letterario “Vincenzo Padula” conclusosi sabato scorso. La sua è una vera e propria bocciatura per l’operato della Fondazione, che ha quindici anni di attività, e di conseguenza per Giuseppe Cristofaro che della Fondazione ne è il presidente da oltre dieci anni.
Capalbo, con statuto alla mano, ricorda gli obiettivi della Fondazione, nata nel 1998, e i temi trattati dal Padula “che in tutti questi anni non sono stati mai affrontati.”
E aggiunge: “nel corso di tutte queste edizioni non si è discusso della condizione dei lavoratori, di ricerca, di filosofia, di antropologia e non si è mai dato spazio a giovani ricercatori.”
Ma la Capalbo accusa la Fondazione anche di scarso coinvolgimento: “il consiglio di amministrazione è formato da cinque membri tra cui il comune che ha concesso in comodato di uso il secondo piano del palazzo Padula, sebbene ciò sono venuta a conoscenza del programma solo in sede di conferenza stampa.
Esprimo il mio disappunto, quindi, sulla gestione della Fondazione e per come è strutturata, chiusa all’interno del palazzo e che stabilisce temi e ospiti delle rassegne tra pochi intimi. Mi risulta, inoltre, che né il comitato scientifico né il cda si riuniscono periodicamente e che, dunque, tutto viene deciso da pochi.
Si tratta di una gestione monocratica non più tollerabile. La Fondazione deve ritornare ad essere Centro studi e di ricerca, poi dovrà essere rilanciato attraverso l’apertura del palazzo, al momento chiuso e per nulla frequentato, ed il coinvolgimento di tutta la popolazione e degli studenti di tutte le scuole che non conoscono il Padula.

Capalbo conclude: “ la città deve riappropriarsi della Fondazione e per fare ciò occorre voltare pagina, mi auguro che sin da subito ci sia una svolta e che in futuro sia soppressa la premiazione che sa tanto di un evento spettacolare noioso piuttosto che culturale e formativo caratterizzato, spesso, da cose già vissute.”
Insomma Capalbo ribadisce quanto detto dal sindaco Tenuta nel corso della serata della premiazione quando ha creato non poco imbarazzo tra i presenti. Il comune, insomma, auspica una nuova e diversa gestione della Fondazione. Bisogna ora vedere in che modo l’amministrazione intende dare la svolta visto che le cariche elettive della Fondazione saranno rinnovate solo nel 2015.
Nel frattempo non può che suscitare più di una perplessità il fatto che sia proprio il comune, uno dei cinque membri della Fondazione, a sollevare dubbi sulla gestione della stessa.
Ora si attendono, se mai verranno, le reazioni del presidente Cristofaro mentre la Capalbo sostiene che anche le gestioni del Premio letterario Arena ed del Museo Maca siano da rivedere.

PUBBLICATO 13/11/2013





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