Comune verso il dissesto
Piero Cirino
Quella del dissesto finanziario del Comune di Acri sembra una strada senza soluzioni alternative.
Questione di settimane e l’iter dovrebbe essere ufficialmente attivato. Si tratta proprio di dissesto, perché il predissesto sarebbe una strada impraticabile per una questione di tempistica. A lanciare l’allarme dei conti pubblici in consiglio comunale, nello scorso mese di settembre, era stato il sindaco Nicola Tenuta. Il primo cittadino aveva quantificato in circa venti milioni di euro la massa debitoria dell’ente. Di questi, poco meno di sette fuori bilancio. I problemi più urgenti erano quelli di una risposta adeguata da dare alla Corte dei Conti, che aveva sollevato una serie di dubbi sul rendiconto del 2011. Alle domande dell’organismo di controllo, il Comune aveva risposto con le sue controdeduzioni, ritenute tuttavia inadeguate. La comunicazione è giunta agli amministratori lo scorso 31 ottobre. L’amministrazione comunale da quella data ha quindici giorni per ulteriori controdeduzioni. A quel punto, se la Corte dei Conti dovesse continuare a ritenere deboli le argomentazioni del Comune di Acri, chiederà l’adozione di una serie di provvedimenti, che dovranno essere messi in campo entro un mese. Se l’ente municipale non dovesse riuscire ad attuare questi “suggerimenti”, allora, qualora il Comune non avesse ancora chiesto il dissesto, investirebbe direttamente il Prefetto, che metterebbe in campo le sue prerogative. Alla fine dell’iter c’è la figura del commissario, che gestirebbe comunque solo la fase finanziaria con riferimento al pregresso. In ogni caso, una gestione commissariale ha diverse implicazioni, soprattutto circa l’applicazione delle aliquote dei tributi comunali. Infatti, una volta attivata la procedura del dissesto, il commissario deve obbligatoriamente adeguare le imposte, le tasse locali, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima prevista dalla legge. Questo scenario, purtroppo, è tutt’altro che remoto e le languide casse comunali stanno lì a testimoniarlo. Ripianare una situazione debitoria così pesante è impresa titanica, diventa quasi taumaturgica in una condizione di grande sofferenza per le finanze degli enti pubblici. Intanto i contribuenti dovranno far fronte all’ultima tranche della Tares, che si preannuncia salata. Entro fine mese il consiglio comunale dovrà approvare il bilancio di previsione. Come si possa approvare un simile atto a fine anno è difficilmente spiegabile in termini di logica, in ogni caso sarà l’occasione per un confronto tra le forze politiche su questa delicata fase finanziaria dell’ente. |
PUBBLICATO 08/11/2013
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