Signor Pino Capalbo: i fatti, semplicemente i fatti
Elio Coschignano
Ringrazio il sig.r Pino Capalbo per la sua replica, che, confermando pressochè totalmente i miei assunti, mi permette di sottolinerare, in maniera definitiva, alcuni punti, che rischiavano di rimanere oscuri
1-Il sig.r Capalbo conferma – ove mai ce ne fosse stato bisogno – di avere agito in combutta con l'allora opposizione per tentare di rovesciare l'amministrazione di centro-Sinistra. Comprensibile, ma risibile il tentativo di cercare "compagni al duol" paragonando il suo "operato" con quello di altri. Anzitutto, il capogruppo del PD e il consigliere Cozzolino non si recarono di notte per fare cadere Coschignano, ma su decisione del direttivo, riunione alla quale Pino Capalbo era presente e spinse in quella direzione. Il sottoscritto era addirittura assente alla riunione. Ci fu, quindi, un incontro "ufficiale" ed autorizzato con alcuni dirigenti dell'UDC per, eventualmente, rafforzare la maggioranza,non colpirla alle spalle. 2- il signor Capalbo conferma in pieno nella sua risposta che il tesseramento nel PD è falsato, infiorettandolo con la nota massima "mal comune, mezzo gaudio". 3- A proposito dell'incontro segreto-tenutosi alla Crista di Acri (per far cadere la giunta Coschignano il 30 settembre 2009) lei, sig.r Capalbo - dopo il comizio in piazza, durante il quale il senatore Trematerra , restituisce al mittente l'accusa di essere uno "Schettino" – VIENE ACCUSATO DI ESSERE UN TRADITORE CHE HA PORTATO LA NAVE-PD A FARE L'INCHINO SUGLI SCOGLI DI TREMATERRA. 4 - Quanto alla vicenda di qualcuno che era stato giudicato non idoneo per le liste dei DS nel 2005 e voleva candidarsi in Forza Italia, potrà trovane conferma interpellando i membri storici della commissione per la valutazione delle candidature. 5 - Ha ragione il signor Capalbo nel sostenere che membri della mia famiglia si candidano da circa 30 anni al servizio dei partiti del centrosinistra. A proposito del suo continuo vantarsi di essere sempre un "primo eletto", viene estremamente facile un parallelismo tra chi, nel 2006, si mise a disposizione per una candidatura di servizio al Senato nei DS (richiesta dai vertici regionali del partito) e chi tentò di fare la stessa cosa alla camera, nel PD, nel 2013. In ossequio ad una massima di decoro ed eleganza, ometterò di rimarcare come, nel primo caso i DS sbancarono con un incredibile 36% al Senato (3886 voti) e nel secondo, si sfiorò appena la mortificante cifra dei 2.000 voti (19%) alla Camera. 6 - Su cosa abbia rappresentato per Acri l'Amministrazione guidata dal sottoscritto da un punto di vista dei risultati e sotto gli occhi di tutti, pur con i limiti di una maggioranza litigiosa e divisa perché non omogenea. Difatti, se un segretario va a venderla all'UCD alla Crista, e numerosi membri di quella maggioranza si candidano subito dopo con il senatore Trematerra, non si fa fatica a capire il perché il sindaco Coschignano vi abbia abbandonato al vostro destino, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. 7 - Sono, infine, costretto a darle ragione su un aspetto: lei non è mai arrivato a candidarsi a sindaco perché il popolo acrese non le vuole dare nemmeno quella soddisfazione. 8 - Maldestro è apparso, infine, il tentativo di spaventare i nuovi giovani - da lei convocati, non per stabilire le regole del congresso, ma come conferma lei stesso nella sua replica, per comunicargli quelle che lei ha stabilito - che si stanno avvicinando al PD, urlando come un forsennato contro di me e la mia famiglia. Mi sarei aspettato, almeno, la coerenza ed il coraggio nel tenere le sue posizioni e non negare come fanno i ragazzini. Tentativo patetico, specie di fronte a decine di persone, presenti in sezione e disposte a confermare la mia versione. Faccio qui punto, restando, però, in forza della mia "mania di protagonismo", disponibile ad un pubblico confronto per ulteriori delucidazioni. |
PUBBLICATO 22/10/2013
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