Quando con le urla e gli isterismi si pensa di governare eventi ingovernabili
Elio Coschignano
Ciò che è successo la sera del 17 ottobre nella sezione locale del PD è l’ulteriore riprova della crisi e del degrado profondo in cui è stato ridotto un partito, che ha radici gloriose.
Il sig. Pino Capalbo, nel tentativo maldestro di spaventare le decine e decine di giovani, che, per la prima volta, affollavano la sezione PD per avvicinarsi al partito–nonché nella sciocca speranza di allontanare questi ragazzi, in modo da poter continuare a gestire il partito con i vecchi metodi della prima repubblica- non ha trovato niente di meglio che scagliarsi, con urla incontrollate, contro il sottoscritto(che da quasi quattro anni non mette piede in sezione) e il resto della mia famiglia. Questo signore, in definitiva,ha colto l’occasione per sfogare la sua rabbia nei confronti di chi ha avuto il grande merito di avergli sbarrato la strada alla candidatura a Sindaco del Centro-sinistra per ben due volte. La scena isterica alla quale questi nuovi ragazzi hanno assistito è il segnale dello stato di degrado cui il PD è, ormai, ridotto. Rivendichiamo questa azione di contrasto con orgoglio e saremo pronti a frapporci, in futuro, a qualsivoglia forma di personalismi ed a concezioni della politica, che sono lontane dalla nostra tradizione. Il sottoscritto – e con me la mia famiglia – rivendica il merito di avere condotto alla vittoria, nel 2005, una coalizione che, alla partenza, aveva ben poche chances contro un sindaco uscente, che era ben visto. Questa famiglia, senza voler disconoscere il contributo di tutti gli altri, ha rappresentato e rappresenta un valore aggiunto, perché composta da gente che si è guadagnata rispetto e stima con il proprio lavoro e con la propria azione quotidiana, senza essersi mai servita della politica. Nessuno di noi aveva bisogno di sistemazione: ciò che abbiamo ce lo siamo guadagnati. In definitiva, la nostra concezione della politica ci porta ad una ferma opposizione nei confronti di chi usa tessere e consenso per pure ambizioni personali. Ricordo, in fase di stesura delle liste, nel 2005, un candidato e una famiglia che si sono imposti minacciando,ove non candidati, di rivolgersi a Forza Italia. Quando si dice i valori. Quanto al discorso tessere, circa una ventina di persone a me vicine si erano, liberamente, iscritte al partito: l’unica volta che queste persone sono venute a votare è stato nel 2008, per l’elezione dell’allora segretario Pino Capalbo. Da allora, una certa gestione personalistica del partito, che aveva come obiettivo l’affossamento dell’Amministrazione di sinistra, ha tenuto sempre lontano me e le persone a me vicine dal PD. Sappiamo oggi, dove quella gestione ha portato. In conclusione, voglio solo ricordare il ruolo avuto da un certo segretario del PD nel 2009: caso più unico che raro di politico ed amministratore che si incontra segretamente con l’opposizione per tramare la caduta della propria amministrazione. Questa macchia – confermata pubblicamente in Piazza Annunziata dal senatore Trematerra e mai smentita- resterà come un timbro indelebile sull’immagine presente e futura di che ne è stato artefice. |
PUBBLICATO 19/10/2013
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