C’è un tempo per mostrare i muscoli e c’è un tempo per riflettere. E poi deve esserci un tempo per unire, accorciare le distanze e abbandonare le polemiche.
Questo tempo è oggi.
Un partito diviso e lacerato, abbandonato da chi sul territorio ha stima e fiducia, oggi non può permettersi di designare un nuovo segretario, senza aver coinvolto i suoi elettori, vecchi e nuovi. E soprattutto non deve abbandonare e allontanare i suoi elettori, non si possono disperdere le loro energie, le loro competenze, il loro desiderio di fare politica.
Questo nostro partito, a cui mi onoro di appartenere, oggi è fatto cosi.
Ecco perché non devono prevalere i cosiddetti "pacchetti" di tessere di amici e parenti, ma quel pluralismo di idee, quel dinamismo interno che è alla base della nascita del PD, che lo ha fatto grande dai piccoli comuni alle grandi aree metropolitane.
Questa fase, con il congresso nazionale dell’8 Dicembre, ci consegnerà un partito nuovo. Più moderno, più impavido, più corale, più tenace, più vicino agli elettori e alle loro esigenze.
Ecco perché bisogna chiudere questa dolorosa fase, azzerare le divisione e ripartire di nuovo più forti e soprattutto più coesi.
Ci deve essere il tempo per le idee, per i progetti, per un nuovo paese di Acri. Dobbiamo recuperare energie per dedicarci ad obbiettivi e programmi comuni per i cittadini, dobbiamo lavorare verso un nuovo approccio con gli elettori che sentono sulle loro spalle il peso di una distanza a volte incolmabile.
Bisogna andare avanti uniti, senza più esitazione per il bene del paese di Acri.