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Acri-Serricella. Progetto di trenta milioni realizzato e accantonato?

Foto © Acri In Rete
Roberto Saporito
Il progetto avrebbe, di certo, risolto alcune criticità. Avrebbe, appunto, perché lo stesso è a forte rischio. Si tratta del progetto preliminare di ammodernamento della strada comunale Acri-Serricella, depositato, già da qualche mese, presso gli uffici dei lavori pubblici della Regione. Un’opera strategica fortemente voluta dall’eurodeputato Gino Trematerra e dal Presidente della giunta, Scopelliti e finanziata dal Cipe per trenta milioni. In occasione di un incontro tenutosi nei giorni scorsi, lo stesso Presidente Scopelliti ha fatto intendere che la suddetta opera non rientra negli imminenti, e forse futuri, programmi della Regione. Un’autentica doccia fredda per la nutrita popolazione di Serricella.
Il progetto, infatti, prevede l’ammodernamento della strada con l’allargamento di alcuni tornanti e la realizzazione di un viadotto nei pressi della centrale Enel, la messa in sicurezza di tutti i versanti in frana, la realizzazione di opere di sostegno come muri e gabbioni e la canalizzazione delle acque. Insomma una serie di interventi per rendere più sicura e funzionale la strada spesso teatro di incidenti molto gravi a causa della caduta di massi. C’è di più: la nuova strada collegherebbe il centro con la popolosa ed attiva zona di La Mucone che conta circa duemila anime e che ospita una serie di servizi ed attività imprenditoriali. L’obiettivo, quindi, sarebbe anche quello di avvicinare le due zone e impedire l’esodo dei lamuconesi verso altre aree.
Tra l’altro, quello per la Serricella-Acri è uno dei finanziamenti più corposi degli ultimi anni, forse il più grosso, destinato ad un’opera pubblica. Ma a rischio ci sarebbe anche la realizzazione della strada Rondinelle-Acri centro, inserita nei fondi Piar e per la quale vi era a disposizione circa un milione.
Il progetto è pronto ma della gara di appalto non se ne parla proprio. Due importanti arterie, quindi, finanziate e già progettate e che porterebbero vantaggi occupazionali e sviluppo, rischiano di non andare in porto facendo perdere alla città un’altra grande occasione.

PUBBLICATO 20/09/2013





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