Alcune considerazioni sull’ascensore di via calamo
Vittoria Albertini
Gentile Direttore,
Le chiedo ospitalità per alcune considerazioni in merito alla recente polemica – che ho seguito in rete – relativamente all’ascensore di Via Calamo, espresse con spirito costruttivo e pienamente rispettosa dell’opinione di tutti. Sono stata ospite nella vostra cittadina la scorsa estate ed ho avuto modo di vedere l’ascensore, oggetto e “nuce” di recenti polemiche. Senza entrare nel merito di questioni specifiche, volevo solo esprimere la mia opinione in relazione all’opera, che ho trovato pienamente in sintonia con l’ambiente e per nulla “obbrobriosa”. Ritengo invece, che un inserimento moderno in un contesto architettonicamente neutro, possa creare un elemento di specificità e caratterizzazione di quella porzione di paese. Analoga – quasi simile – struttura è stata costruita dalle mie parti, presso la stazione ferroviaria di Iselle, quindi in ambito montano (siamo nei pressi del passo del Sempione) e pertanto in un contesto naturalistico importante. Questo per dire che la mia attenzione si è soffermata, non tanto per l’ impatto ambientale dell’opera, che comunque non ho ravvisato, ma per il non funzionamento. Mi sono detta che non era più concepibile in Italia, avere opere e infrastrutture pubbliche lasciate incompiute. Ma il paradosso, in questo caso, è che l’opera è li, pronta per offrire un servizio ai cittadini e turisti, ma non posta nelle condizioni di funzionare! Pertinenti ho trovato le argomentazioni del sig.r Coschignano in merito all’aspetto economico: se la somma da spendere era quella, trovo straordinario essere riusciti a realizzarla. Ciò che appare “singolare”, ripeto, è la scelta di tenerlo, nonostante ultimato, inutilizzato. Ci saranno, sicuramente delle ragioni che ne impediscono l’utilizzo e sarebbe giusto renderle pubbliche. Visto che pubblici sono i soldi spesi.Quanto al capitolo scale mobili, appropriate ho trovato le argomentazioni dell’ex Sindaco in merito sia al capitolo spesa, sia alla gestione (sicuramente più onerosa), sia alle problematiche climatiche ed ambientali. E’ vero che a Bolzano esiste una scala mobile ma, se la memoria non m’inganna, è almeno parzialmente protetta da una struttura chiusa, che la rende meno vulnerabile al freddo e al gelo. Pensare ad una struttura del genere nel contesto della vostra Via Calamo è arduo in quanto il suo impatto ambientale sarebbe stato, com’è stato fatto giustamente rilevare, sicuramente maggiore e più deturpante di quella attuale, se di deturpazione si vuole a tutti i costi parlare. Altro problema è quello delle barriere architettoniche e, quindi, dell’utilizzo del servizio da parte di persone diversamente abili. Dette barriere sono minime e facilmente superabili con l’ascensore, sicuramente più impegnativo sarebbe stato il loro superamento con le scale mobili. Chiedendo scusa per l’invadenza e ringraziando per l’ospitalità, colgo l’occasione per farle, sig.re Direttore, i miei più sinceri complimenti per tenere vivo e pulsante il dibattito attraverso questo sito, che trovo vario ed interessante. Un modo per far sentire vicina anche gente “forestiera” come me ma che è legata al Sud da un profondo affetto. Cordialmente Architetto Vittoria Albertini Assessore all’Urbanistica Comune di Baveno (VB) Consigliere Provinciale VCO |
PUBBLICATO 19/06/2013
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