Non c'è tempo da perdere
Pino Scaglione
C'è di certo nella civile competizione di Acri un vincitore che si chiama Nicola Tenuta, che con una rimonta eccezionale si è imposto sulla scena elettorale quasi da zero. Ma mi permetto di invitare alla riflessione gli acresi sul fatto che non vi è uno sconfitto, se questi dovesse essere identificato nella figura di Peppe Cristofaro. E non voglio fare parallellismi con la vicina Corigliano, dove anche li si é fatto ricorso ad un ex sindaco, perché l'exploit (e anche l'etá politica, anagrafica, ecc.) di Tenuta é del tutto diverso ed esito di una affermazione di liste composite della società civile e in parte di un ritorno, nell'incertezza odierna, a qualcuno che ha operato bene per la città.
Ma vorrei invitare il nuovo sindaco e le forze politiche acresi a riflettere sul valore e sul senso del voto che in ogni caso attribuisce a Cristofaro e alle liste collegate poco meno della metá dei voti sul piatto, il che sta a significare che metà degli elettori ha creduto nel programma del candidato Pd come l'altra metà +1 ha creduto in quella del candidato Sindaco. Forze che, a ben guardare, quasi si equivalgono nei rapporti numerici (al primo turno ribaltate addirittura!). E allora perché nella nuova compagine che si costruirà a brevissimo, ci auguriamo, si deve fare a meno delle cose positive, del consenso, dell'esperienza e della rete di relazioni di Cristofaro e degli eletti nella sua lista? Perché limitarsi a lasciarli all'opposizione, forse sterile e ininfluente con i nuovi equilibri? Non sto proponendo il "grande inciucio" all'italiana, ma una sensata riflessione sulle condizioni difficili in cui versa il paese (nazionale/locale) e in cui tutti devono fare lo sforzo di dare un contributo corale e sincero. Acri è sempre stato un laboratorio politico innovativo, un segnale forte in questa direzione sarebbe affermare e mantenere un primato: il primato dei cittadini e delle esigenze della democrazia prima che dei partiti, che proprio nell'affermazione di Tenuta si sono dissolti. Ha vinto la democrazia per una volta. E dunque il nuovo Sindaco potrebbe dare a Cristofaro un importante incarico in Giunta (se questi dovesse accettare, altrimenti ad uno della sua lista anche scelto anche tra i non eletti, ma non avrebbe lo stesso peso), questo per spiazzare tutti e dimostrare che il suo interesse è il bene della città e della cosa pubblica, in barba ai soliti dissidi e alle solite inutili e riduttive "vendette" post elettorali. Spezzando una interminabile sequenza di "lotte" personali che pure hanno rischiato di avvelenare anche questa campagna elettorale. E se questo si rivelasse difficile per problemi comprensibili, anche di equilibri interni, allora il nuovo Sindaco potrà dare vita ad una Consulta Civica, ad un Forum, in cui coinvolgere tutti coloro, soprattutto la minoranza, che hanno davvero a cuore le sorti di Acri. E gli esempi virtuosi si sa bene, sono contagiosi e si propagano subito. Non c'è tempo da perdere dunque, e le cosa da fare, anche arretrate, sono tante. Non c'è tempo da perdere per capire se anche Acri è attesa e investita da una inevitabile deriva che avvolge tutto il meridione, oggi ancora di più di ieri, e se può tornare a sperare di essere un luogo "isola felice" di laboriosità e serenità come è stato fino a qualche decennio indietro. Prima cioè che la politica locale venisse investita, come quella nazionale, dall'avvitamento intorno a figure che hanno costruito sul culto della personalità e degli interessi individuali, il perno dell'azione amministrativa sterile e senza visioni lungimiranti, lasciando, di fatto, terra bruciata dietro di se. Occorre dunque l'entusiasmo di giovani e maturi insieme, e di quanti credono in una risalita difficile, che con il contributo di ciascuno, proiettino Acri verso una nuova storia presente e soprattutto futura. Già, futura. Qualcuno dei sindaci degli ultimi anni ha mai pensato al futuro piuttosto che al solo presente o alla sola emergenza? Quale sarà la strategia per i prossimi venti anni? Cosa sarà Acri nel 2035 nel villaggio globale? Di cosa vivrà? Ecco poche domande, per ora (ma l'elenco è lungo e ci torneremo sopra) nelle quali sono racchiuse le sfide vere che attendono questa come tante altre comunità. Auguri al nuovo sindaco, e auguri ai cittadini acresi per un nuovo, intelligente corso di innovazione e coraggio civile e culturale, per una storia tutta da scrivere e vivere con sensibilità e rinnovata fiducia in un futuro meno povero di ideali e di risorse, in cui dare almeno speranze di stabilità e prospettive ai giovani che non dovrebbero/dovranno andare via, piuttosto restare o tornare. |
PUBBLICATO 11/06/2013
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