Lo spazio tende all'infinito, difficile trovarne il centro
Angelo Sposato
Non sono abituato a fare insinuazioni, come ritiene l'assessore Michele Trematerra nel suo articolo “La proposta politica di centro avrà spazio” in cui fa riferimento al mio dal titolo “Staccionata”. Mi limito, nella partecipazione di cittadino, ad esprimere il mio pensiero cercando la profondità delle cose.
Don Sturzo fondò il Partito Popolare, divenuto poi Democrazia Cristiana, con una chiara impronta ideologica intrisa di cattolicesimo ben collocata nelle posizioni politiche, anche in quelle dell'antifascismo. L'italia è il paese dei dualismi. Guelfi e ghibellini, comunisti e democristiani, e tali dualismi forniscono una collocazione ben precisa delle parti, e quando si vota che si sia a favore o contro si prende una posizione. L'essere a favore o contro per tutta una serie di valutazioni e formazione culturale è un'altra cosa. Io, per esempio, sono contro la Tav per delle mie analisi, attraverso la mia conoscenza dell'argomento, che passano dall'ambiente, dalla conservazione del territorio, la sua valorizzazione in altri termini e perché non vedo la corsa al progresso, attraverso l'alta velocità, un fattore di crescita. Questo per dire che chi in politica si pone al centro magari sarà a favore della Tav, ma poi, paradossalmente, potrebbe fare discorsi su crescita dei territori attraverso le loro risorse. A me sembra un controsenso, anzi un non-senso. In Italia il territorio è stato sacrificato infinite volte e pure inutilmente ed oggi diventa indispensabile difendere il territorio da ciò che non è strettamente necessario. Per questo credo che il centro in politica non esista. Il governo Monti, ad esempio, non ha dimostrato cosiddetto centrismo, anzi è stato addirittura estremista nel terminare lo smantellamento dello stato sociale in Italia, appoggiato dai partiti nel suo incarico presunto tecnico, ma nei fatti molto neo-liberista, quindi estremamente politico e politicizzato. Il mio articolo “Staccionata”, pubblicato sul blog gonfievele.info e trasportato su questo sito dal suo direttore come si usa su internet, è solo un mio personale punto di vista basato su un'osservazione della realtà locale e ritengo che abbia dei punti su cui tutta la politica acrese dovrebbe riflettere, non perché li scopra io, ma perché sono abbastanza palesi. La globalizzazione, purtroppo, ha reso globali i problemi e gli umori e, quindi, la realtà di Acri, resa per un po' di tempo immune dalla crisi generale attraverso un suo bizzarro tessuto economico, anch'essa non è esente dal reagire in maniera simile ad altri luoghi ai problemi di tipo economico e politico. E' legittimo ritenere un po' deludente un'amministrazione comunale partita in pompa magna e poi non realizzare quella specie di sogno proposto in campagna elettorale. Certo ci sono le attenuanti come la riduzione del denaro che lo Stato passa ai comuni, il patto di stabilità, il debito e le spese che un comune grande come Acri deve affrontare per gestire solo l'ordinario. E questa delusione, alimentata da altre incertezze, si è creata nella popolazione. Altresì anche gli acresi sono stufi di un certo modo di far politica e di gestirla, e la crisi non permette molto ai cittadini di cercare i buoni politici, questi devono manifestarsi con i fatti e le azioni. I miei sono punti di vista dati da un approfondimento personale della dimensione locale, di cittadino acrese quale sono col mio spirito libertario, suscettibili di errori e valutazioni errate, di certo non sono un politologo né un giornalista, preferisco la letteratura molto più della politica vicina alla realtà. Infine, ribadisco che la realtà locale, specie nella politica, ha una sua imprevedibilità legata a fattori meno presenti in contesti più ampi. |
PUBBLICATO 07/03/2013
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