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Sull'ospedale solo propaganda elettorale

Foto © Acri In Rete
MoVimento Cinque Stelle - Acri
Italia si, Italia no”, cosi recitava il ritornello di una vecchia canzone di Elio e le Storie Tese. Ritornello che negli ultimi mesi, ad Acri, sembra tornare alla mente (sostituendo Italia con ospedale), a chi cerca di seguire il tanto confuso susseguirsi di dichiarazioni e polemiche in merito alla questione Ospedale.
Da una parte l’UDC che canta vittoria, attribuendo il merito dell’approvazione del DPGR n. 191/2012, al loro Segretario Regionale Gino Trematerra e soprattutto, alla vigilia delle elezioni politiche, al figlio Michele, Candidato n. 2 al senato nella lista “Con Monti per l’Italia”.
Dall’altra il PD che, in modo particolare con il Parlamentare Laratta ed il candidato a Sindaco Giuseppe Cristofaro, hanno continuamente attaccato il decreto gridando che si trattava di “carta straccia” e denunciando la strumentalizzazione della “questione Ospedale” come spot elettorale dell’UDC.
Ad oggi ci rendiamo conto che la polemica innescata tra PD ed UDC abbia portato, per i cittadini Acresi, solo confusione e nessuna informazione certa sul futuro dell’Ospedale, in barba alla trasparenza ed alla circolazione dell’informazione.
Il movimento Cinque Stelle di Acri crede che nessuno debba permettersi di fare propaganda elettorale su un diritto inalienabile dell’uomo come quello della Salute, una poltrona di Parlamentare o di Sindaco non vale quanto la salute di nessun cittadino.
Proviamo noi, quindi, ad esaminare il decreto e a dare maggiore chiarezza ai nostri concittadini.
La sanità pubblica calabrese, a seguito degli accordi tra lo stato e la regione Calabria, resisi necessari con l’entrata in vigore della legge 311/2004 (ovvero la legge finanziaria per il 2005), è stata riorganizzata secondo il modello Hub-Spoke. In particolare, per la ASP di Cosenza, sono stati individuati un ospedale centrale, quello dell’Annunziata di Cosenza (Hub), tre ospedali periferici (Spoke), e due ospedali di Montagna.
I tre Spoke sono stati individuati nell’accorpamento degli ospedali di Corigliano e Rossano per la copertura della fascia Ionica della provincia, l’accorpamento degli ospedali di Cetraro e Paola per la copertura della fascia Tirrenica e l’Ospedale di Castrovillari per tutta l’area Nord della provincia di Cosenza mentre l’Ospedale di Acri veniva “declassato”unitamente a quello di San Giovanni in Fiore, ad ospedale i Montagna, ovvero “grande pronto soccorso”.
Ora col DPGR 191/2012, visto che “il Presidio ospedaliero di Castrovillari, Individuato come spoke, non è in grado strutturalmente di attivare, come dichiarato dal direttore generale dell’ASP, con nota dell’11.10.2012, tutte le attività sanitarie previste per lo spoke… (omissis)” , cosi recita lo stesso decreto che, a quanto pare sarebbe stato smentito del direttore sanitario del P.O. di Castrovillari, si vuole accorpare, all’Ospedale di Castrovillari, quello di Acri per creare un unico spoke.
Esaminando il decreto si notano delle “imprecisioni” che, a nostro avviso, renderanno difficile la realizzazione di tale progetto.
La prima cosa che si nota, leggendo il decreto è “Considerata la distanza di tale presidio ospedaliero (Acri ndr) dall’ospedale con funzioni di spoke di Castrovillari limitata a 41 Km, con viabilità consona alla percorribilità richiesta per raggiungere ciascun presidio ospedaliero in meno di 60 minuti da parte degli utenti nell’ambito territoriale su cui insistono i due presidi”. Analizzando questa considerazione del decreto verrebbe da consigliare a chi lo ha scritto di tornare a prendere lezioni di geografia della Calabria. La distanza che intercorre tra i due presidi ospedalieri, infatti risulta essere di 70 Km e, considerando i cantieri sulla Salerno - Reggio Calabria e la percorribilità, soprattutto nelle ore mattutine e nel periodo invernale della SS 660, siamo veramente scettici sul fatto che la distanza possa essere percorsa in meno di un ora. Primo ostacolo quindi, per l’attuazione di questo decreto, sono la distanza e i tempi di percorrenza.
Il decreto prosegue poi, dicendo: “Ritenuto opportuno, al fine di rispondere in modo ottimale ai bisogni di salute del bacino di utenza in cui insiste l’ospedale con funzioni di spoke di Castrovillari, rafforzare l’offerta articolata tra i due presidi senza tuttavia creare duplicità di attività e senza determinare l’aumento del numero di unità operative complesse e/o di risorse umane…(omissis)” ed ancora “ Preso atto che il presente provvedimento non comporta maggiori oneri per l’assistenza ospedaliera ne incremento dei posti letto per acuzie già assegnati all’ASP di Cosenza dal DPGR 18/2010 e dal DPGR 106/2011”.
Ovvero l’ospedale “Beato Angelo” dovrebbe essere “riaperto e potenziato in personale sanitario ed attrezzature diagnostiche” (ciò riportava un volantino dell’UDC il 28 Dicembre scorso), senza spendere un centesimo.
Il quesito che viene da porre ai dirigenti Locali dell’UDC ed ai suoi rappresentanti nella giunta regionale della Calabria, è in quale modo pensano di potenziare un ospedale incrementando il personale e le attrezzature senza spendere un centesimo. Ciò tenuto presente che, secondo quanto stabilito dagli accordi Stato – Regione, quest’ultima è vincolata dai Ministeri a non incrementare la spesa per la sanità rispetto allo stato attuale dei fatti e sarà lo stesso Ministero di competenza a valutare la fattibilità del decreto stesso. Il decreto in questione infatti, deve essere sottoposto ad approvazione del Ministero cosi come si legge nella parte finale dello stesso che decreta: “di mandare al dirigente generale del Dipartimento Tutela Salute il presente provvedimento per la sua esecuzione nei tempi prescritti dalle norme e per la verifica dell’attuazione delle disposizioni in esso contenute” ed ancora “di trasmettere il presente decreto, ai sensi dell’art. 3 comma 1 dell’accordo del piano di rientro, ai Ministeri competenti”.
Questo decreto, quindi, non ha nessun valore se non dopo l’approvazione da parte dei Ministeri competenti. Ne consegue che tutto il dibattito susseguitosi nei mesi scorsi è servito solo, a parere del Movimento 5 Stelle, a fare propaganda elettorale per le elezioni politiche prima e per le elezioni amministrative del prossimo Maggio.
Come Movimento 5 Stelle prendiamo le distanze dalle speculazioni elettorali sulla salute dei nostri concittadini e sulla nostra stessa salute.
Riteniamo che tutte le polemiche e tutte le “lotte politiche” che i nostri amministratori, locali e regionali, di maggioranza od opposizione, si vantano di portare avanti oggi, si sarebbero dovute fare qualche anno fa, quando venivano approvati i decreti 18/2010 e 106/2011 che ridimensionavano e, di fatto chiudevano, l’ospedale Beato Angelo.
Era allora che bisognava contrapporsi ai provvedimenti di Scopelliti, maggioranza ed opposizione uniti, anche a costo di mettere a rischio di crisi il governo regionale, non pensando a salvaguardare le proprie poltrone. Allora si che si sarebbe potuto gridare forte “finalmente l’UDC può gioire” (come riportava sempre lo stesso volantino).
Non oggi, non dopo aver votato i decreti 18 e 106 con la maggioranza della Giunta regionale e senza che l’opposizione del PD muovesse un dito.
Oggi ci ritroviamo tutti con un pezzo di carta in mano ad augurarci, da cittadini acresi, che il Ministero non verifichi la distanza effettiva tra i due ospedali ed i tempi di percorrenza e che lo stesso Ministero si beva la frottola del potenziamento a costo zero.

PUBBLICATO 07/03/2013





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