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Chi ha capacità di smacchiare il giaguaro?

Foto © Acri In Rete
Leonardo Marra
Ci sono momenti in cui ognuno si assume la responsabilità ed il peso delle proprie decisioni, momenti in cui con la propria scelta si può contribuire a cambiare il futuro di un Popolo, di una Nazione.
Sono giorni in cui occorre riflettere su come le prossime elezioni parlamentari potrebbero rappresentare il momento di svolta tanto atteso in positivo ma, di contro, anche potenzialmente in negativo.
Abbiamo bisogno di tornare a respirare, di consolidare, come Popolo, come Nazione, quella onorabilità, quella dignità, quel ruolo da protagonisti restituitoci di recente, quel ruolo che la storia da sempre ci ha consegnato, ma che negli ultimi anni sembrava esserci stato sottratto.
So che è difficile crederci ancora. So che la disillusione negli ultimi tempi è un sentimento diffuso e che il marciume che ancora continua ad emergere ci fa diventare sempre più disincantati e scettici per non dire disgustati, ma occorre crederci ancora e soprattutto occorre crederci ora. Il baratro che abbiamo sfiorato è ancora li, pronto a risucchiarci assieme ai duri sacrifici che nell’ultimo anno abbiamo affrontato per evitarlo, pronto a vanificare, assieme alla sfrontatezza di chi continua a negarne l’ esistenza, ogni nostra privazione.
La degenerazione del liberismo a cui abbiamo assistito ha dato vita ad un gruppo oligarchico sempre più intraprendente che ha fatto della propria impunità l’obiettivo primario, Nelle secche in cui siamo finiti potrebbe essere ancora facile cadere preda di promesse che vanno ben al di là delle semplici “promesse elettorali” assumendo i connotati di un vero e proprio "do ut des". In questi casi, per esorcizzare la possibilità di sbagliare è sufficiente recuperare un brandello di memoria perché queste sono sirene che abbiamo già abbondantemente ascoltato, vacui tentativi che dovrebbero avere come solo “effetto shock” l’oltraggio alle nostre intelligenze.
Altrettanto facile potrebbe essere cadere preda di un neo-populismo esagitato di piazza, dittatoriale nella propria gestione interna, che fa leva sul dilagante sentimento di giusta indignazione proponendo presunte verità e soluzioni tanto comicamente estemporanee quanto potenzialmente devastanti per il paese.
C’è poi chi si propone, invece, di “smacchiare il giaguaro”, ma è facile osservare a questi che la possibilità di “candeggio” l’ hanno già avuta ma, evidentemente, hanno sottovalutato la necessità di farlo. Che sia ancora assolutamente necessario operare in tal senso è cosa pienamente condivisibile, ma avere la certezza di essere gli unici a poterlo fare richiama in mente la “gioiosa macchina da guerra” che in passato finì dilaniata dal nefando felino.
Volendo arrivare dal generale al particolare, poiché, ricordiamocelo ancora, siamo chiamati a scegliere chi ci rappresenterà nella gestione del Paese in questo momento delicato, qualche giorno addietro alle 7.00 del mattino ascoltavo la rassegna stampa su radio3. Una telefonata di un ascoltatore ha attirato la mia attenzione. Si trattava di un abitante di Castrovillari che interloquendo con Gannantonio Stella (curatore della rassegna) portava ancora alla ribalta, questa volta Nazionale, il discorso ospedale spoke di Castrovillari riportando pedissequamente le medesime interpretazioni personali di un politico di quel comprensorio che cozzano vistosamente con gli atti assunti dalla Regione Calabria a tale proposito. Le stesse interpretazioni personali che nei giorni scorsi abbiamo sentito ripetere anche ai cittadini acresi e che, contro ogni evidenza, negano, relegandola a mera trovata elettorale, il grande risultato quale è l’Ospedale spoke di Acri, frutto di serio impegno e perseveranza politica dei nostri concittadini che ci rappresentano presso le istituzioni Regionali ed Europee.
Anche da questo intervento radiofonico però, qualora fossero insufficienti gli atti ed i fatti, dovrebbe sorgere una domanda banale utile a dirimere ogni dubbio: possibile che qualcuno possa pensare ad una trovata elettorale che potrebbe portare alla perdita di consensi in un bacino come il Pollino e la Sibaritide in cambio di un pur considerevole incremento dei voti, ma limitato al comprensorio acrese? Se fosse stata davvero una trovata elettorale, sarebbe stata una scelta alquanto suicida.
Non quadra. Evidentemente nella battaglia per restituire dignità e funzionalità all’ospedale di Acri c’è ben altro: una passione per la difesa del giusto diritto alla salute degli Acresi. Proprio così ! In questa battaglia c’è passione ed amore per la propria terra, per le proprie origini, c’è unicamente voglia di onorare il proprio mandato politico con fatti concreti. Una passione ed un impegno così forti da superare le convenienze, anche quelle elettorali.
Sono questi particolari che fanno la differenza. Di questo impegno, che pone come priorità le urgenti e giuste istanze della collettività, c’è da fidarsi. E’ questa la politica dei fatti di cui abbiamo bisogno e a cui affidare, da Acresi e Calabresi, il compito di rappresentarci nelle istituzioni nazionali con la comprovata capacità, correttezza ed onestà.
Sono queste le doti imprescindibili che … “smacchieranno il giaguaro”.

PUBBLICATO 18/02/2013





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