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Terremoto. Nessun danno ma il rischio resta

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Un evento sismico, consistente ma non di lunga durata, si è verificato alle 9 e 22 di ieri. La scossa è stata avvertita dalla popolazione di alcuni centri della Valle del Crati, ovvero Bisignano, Acri e Luzzi. L’ipocentro, come informa l’Ingv, istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, è stato tra Acri e Bisignano, ad una profondità di 8,2 km e che ha dato origine ad una scossa pari a 3.3 Magnitudo, ovvero poco sopra il quarto grado della Scala Mercalli. Insomma una scossa medio-alta che, però, non ha provocato danni a cose e persone.
Solo tanta paura nei paesi interessati ma nessuna manifestazione di panico da parte dei cittadini che sono rimasti nelle loro abitazioni. Per un paio di secondi, che in questi casi sembrano tantissimi, la terra ha tremato in una giornata di festa con le persone ancora a letto o comodamente seduti sul divano.
Più di uno era ai fornelli, altri ancora usciti per incontrare e salutare amici e parenti e ritrovarsi al bar. Quasi tutti hanno sentito la scossa che, in alcuni casi, ha provocato anche l’ondeggiare dei lampadari e dei soprammobili. Naturalmente le informazioni hanno invaso anche il web e molti hanno appreso dell’evento dai vari social network. Nessun panico, però, ma solo commenti e qualche segno di preoccupazione.
Ma se la scossa sia o meno legata all’attività sismica persistente sul Pollino, occorrerà attendere qualche giorno, quando, cioè, gli esperti valuteranno i movimenti della faglia che ha provocato il terremoto di ieri. Di certo, la zona colpita non è asismica. Anzi, i centri abitati che insistono nella media Valle del Crati appartengono tutti alla 2° Categoria delle Zone Sismiche, quindi tra quelle più a rischio.
A pochi chilometri dall’ipocentro di ieri, difatti, è presente la nota Faglia San Fili-Mongrassano, lunga una ventina di chilometri e profonda una decina. Nella zona è sicuramente la più studiata e la più pericolosa. Attorno ad essa si sviluppano altre micro faglie e, probabilmente, il movimento di una di queste ha potuto provocare la scossa di ieri mattina.
Molto più difficile che l’evento, invece, sia legato direttamente ai movimenti tellurici che stanno interessando da due anni alcuni centri situati sulla catena del Pollino.

PUBBLICATO 28/12/2012

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