Ho letto l’accorato appello di Angelo Le Pera, che non conosco personalmente. Si evince dalle sue parole tutto l’entusiasmo, un tempo così diffuso ed oggi diventato merce rara. Le Pera parla a nome di ben 115 acresi fuori sede e chiede, per se stesso e per gli altri, la possibilità di partecipare alle scelte politiche ed all’espressione più alta della democrazia partecipata. Le primarie sono, infatti, uno dei pochi momenti in cui il cittadino è chiamato a partecipare attivamente alla scelta della classe dirigente. Ignorare la voce di chi chiede, non la luna, ma lo spostamento di una settimana della data delle primarie sarebbe, a mio avviso, un errore micidiale, che contribuirebbe vieppiù a quell’allontanamento della gente dalla vita politica, col serio rischio di favorire chiavi interpretative errate e fuorvianti.
Conosco personalmente il segretario e buona parte della classe dirigente del PD acrese e non ho motivo di dubitare della loro buona fede. So che non hanno paura di fare esprimere la gente e molti di loro hanno una carriera politica cristallina, svoltasi all’insegna della trasparenza e della partecipazione. In nome di questo comune sentire, sono sicuro che un appello così forte non verrà ignorato. A rischio non è solo il numero di persone che prenderebbero parte al voto. Un gesto di chiusura di fronte a richieste così forti e garbate sarebbe un pessimo avvio per un partito che ambisce a gestire la cosa pubblica per i prossimi cinque anni, prestando il fianco – ripeto – ad interpretazioni poco edificanti, che, sono sicuro, verranno scongiurate con un gesto di sensibilità e insieme di disponibilità.