RIFLESSIONE Letto 2769  |    Stampa articolo

Date Speranza alle nuove generazioni!

Cecilia Donato
Foto © Acri In Rete
Gli studenti il 24 novembre sono scesi in piazza in occasione dello sciopero generale della scuola. Promosso inizialmente da tutte le sigle sindacali, che finalmente e con fatica avevano ricomposto un’ unitarietà, è stato poi revocato dai più dopo l’ incontro a Palazzo Chigi con il Ministro della Pubblica Istruzione Profumo e il Ministro del Tesoro Grilli, riguardante il ripristino degli scatti di anzianità 2011 . Al di là delle scelte dei sindacati di aderire o revocare la mobilitazione, una cosa sicuramente è certa: il mondo della scuola esprime un malessere diffuso, visibile. La causa è il clima di insicurezza che si respira nella società, provocato da un ventennio di riforme, controriforme, dimensionamenti, tagli di personali e di risorse.
Adesso sembra di essere giunti al capolinea! Vi è la sensazione da parte dei docenti, del personale ATA, precari e di ruolo, di sentirsi soli ad affrontare problemi complessi provocati dalla crisi e dalla scarsa attenzione della società. Come non indignarsi di fronte alle parole del Presidente del Consiglio che definisce i docenti corporativi, conservatori e indisponibili, perché sono un freno alla modernizzazione e alla produttività….
Ci mancava anche questa! Ma dove vive? Ah già vive alla Bocconi e non certo nella scuola pubblica, della quale non ha la minima percezione dei salti mortali che tutti i lavoratori del settore, sempre più precari, fanno quotidianamente per garantire il funzionamento delle scuole. A tal proposito è doveroso rivolgere un pensiero al docente precario di Napoli morto suicida, perché sfiduciato per il suo futuro lavorativo: gli erano stati tolti la dignità e il rispetto di essere docente. In ogni caso il nostro Paese continua a investire poco nella formazione delle nuove generazioni, o ha pensato che l’accesso all’istruzione fosse da riservare a pochi, già tuttavia muniti di mezzi, di risorse e strumenti culturali; per questo la scuola non ha trovato posto nell’agenda delle priorità, anzi si è ritenuto che si trattasse di un ambito improduttivo da tagliare.
Infatti ultima novità del Ministro Profumo consiste nel far recuperare gli scatti di anzianità a chi li ha maturati nel corso dell’anno 2011, ma i soldi verranno scovati con il taglio di un terzo del FIS (fondo di istituto) attribuito alle scuole per il miglioramento dell’offerta formativa. Insomma come è stato dichiarato: ”Saranno i lavoratori stessi a finanziare un loro diritto, rinunciando a una parte consistente delle risorse destinate al salario accessorio ma, soprattutto, gli studenti dovranno fare a meno di quelle opportunità che la scuola organizza in proprio per il miglioramento e ampliamento dell’offerta formativa che sono espressione di professionalità di docenti e ATA e della loro produttività”.
Se si aggiunge poi la situazione in cui versa il mondo giovanile, immerso nella nebbia di un orizzonte precario che non lascia intravedere un varco verso l’uscita, il panorama sociale non può che presentarsi carico di tensioni. Si tratta di una miscela esplosiva, che va disinnescata attraverso la lettura in profondità del malessere sociale, mettendosi umilmente in ascolto delle piazze,dei luoghi di lavoro, della gente che fatica ogni giorno, degli studenti che esprimono un disagio per troppo tempo sottovalutato o ignorato. E invece di mettersi in ascolto dei bisogni, delle domande, dei sogni e delle speranze di tanti giovani, desiderosi di dare un contributo al cambiamento del modello società e di sviluppo, nonostante gli esempi devastanti di immoralità, corruzione, degrado persino nelle stesse istituzioni, ci si ostina a chiudere ogni prospettiva di dialogo; non passa giorno in cui gli stessi giovani non vengano derisi, chiamati fannulloni, pigri consumatori del presente, schizzinosi ed esigenti, incapaci di mettersi in gioco e accettare il disagio dell’incertezza, mentre non viene lasciato loro spazio necessario per sentirsi corresponsabili delle decisioni che contano.
E allora si può concludere con le parole della dirigente sindacale, segretaria confederale della CGIL, Serena Sorrentino, la quale ci ricorda che conoscenza e competenze sono fattori di cittadinanza e formano le coscienze, ma anche fattore di innovazione e competitività. Non dovrebbe essere proprio questa la base della crescita e della qualità? E come conciliare ciò con una politica di tagli non sempre mirati?
Domande a cui tutti dovremmo cercare di dare una risposta se abbiamo a cuore le giovani generazioni e il futuro del nostro Paese.

PUBBLICATO 27/11/2012

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