Quale occasione migliore per chiarire che l’utilizzo delle strutture comunali, quali Anfiteatro, Palazzo Padula, Palazzo Sanseverino, Campi sportivi, Piazze, Villa Comunale, vengono concesse previa richiesta scritta da parte degli organizzatori o promotori dell’evento, i quali, nella stessa richiesta, indicano il tipo di evento o manifestazione che si svolgerà nella struttura interessata.
Le sale del Palazzo Sanseverino sono state concesse sempre gratuitamente dall’attuale amministrazione, per convegni, mostre, presentazione di libri, incontri tematici, concorsi musicali, concerti, e, a meno che non siano eventi promossi dalla stessa amministrazione, è sempre stato concesso l’uso della Sala Consiliare o della Sala delle Colonne previa richiesta scritta. Nel caso specifico non mi pare che così sia stato, visto che nessuna richiesta è pervenuta agli uffici comunali in merito alla presentazione del libro di Valentina Capalbo; anzi c’è di più, l’amministrazione è venuta a conoscenza della presentazione del libro in modo del tutto casuale, quando, cioè, la “presunta promotrice” dell’evento si è ricordata, ravvedendosi del fatto che, forse, l’assessore alla cultura doveva essere informata di un qualcosa su cui si stava lavorando già da tempo. L’utilizzo della Sala consiliare non è mai stato negato a nessuno, né tanto meno sarebbe stato negato in questa occasione, ma nei giorni 26 e 27 ottobre le sale del Palazzo erano già impegnate: la Sala della Colonne con la mostra organizzata dal Rotary Club di Acri, la cui richiesta era pervenuta all’ufficio cultura sin dal mese di luglio, la Sala Consiliare con il Premio Arena, e di questo ne erano stati informati i genitori di Valentina.
Sul fatto poi che il Comitato Promotore del Premio avrebbe voluto che la presentazione del libro si svolgesse a Palazzo Sanseverino ci sarebbe molto da dire. Riprendendo le parole scritte dai signori Capalbo secondo cui “Nessuno autorizza nessuno a fare scelte personali…” chi scrive non ha assolutamente fatto scelte personali, ma anzi ci tiene a precisare che forse quanto è successo sia proprio da ascrivere a chi per anni ha fatto solo e sempre scelte personali, a chi durante la serata si è mostrata talmente sensibile fino al punto che, presa dal suo ruolo di relatrice attenta ed estremamente sensibile, non ha fatto altro che alimentare polemiche fuori luogo in quella sede. Forse, soprattutto chi per la maggior parte dell’anno risiede e lavora fuori Acri, non sa che convegni, incontri ed eventi di grande rilievo culturale per la nostra Città, si svolgono non solo nella Sale del Palazzo Sanseverino, ma, con non meno importanza e successo, anche a Palazzo Padula e nella sede della Comunità Montana. Alimentare simili polemiche non giova a nulla ed a nessuno.
Non giova sicuramente a Valentina Capalbo, che ha vissuto un momento intenso e di attenzione nei suoi confronti e nei confronti delle sue capacità di scrittrice e non giova alla Città di Acri, a quanti credono che la cultura appartenga a tutti indistintamente, senza colori e senza personalismi.