Dopo il Partito Democratico, anche la consigliera comunale de “L’Italia dei Valori” Maria Cristina Minisci, unico esponente dipietrista nell’assemblea civica, ha convocato i giornalisti per far sentire la sua voce a proposito della riconversione dell’ospedale di Acri.
Essendo anche responsabile del reparto di Medicina Generale del nosocomio cittadino, la sua posizione sta su un vetrino e le sue parole vengono fatalmente passate ai raggi x. Nei mesi scorsi, nonostante fosse all’opposizione, Maria Cristina Minisci ha sempre tenuto un atteggiamento ispirato al massimo sostegno nei confronti di qualsiasi iniziativa, anche se proveniente dalla maggioranza di centro - destra, improntata al salvataggio dell’ospedale “Beato Angelo”.
La Minisci fa scivolare il suo ragionamento su un piano istituzionale, più che politico. Proprio la sua partecipazione ai tanti incontri che le varie delegazioni hanno avuto con il presidente della giunta regionale e commissario ala Sanità, Giuseppe Scopelliti, le fa dire che il governatore “in tutti questi mesi ci ha preso in giro, perché ci aveva reiteratamente assicurato che l’ospedale di Acri non sarebbe stato convertito, non perché protetto dall’alto, ma per i numeri che era in grado di esibire”. A proposito delle rassicurazioni dell’ex sindaco Gino Trematerra, “credo nella sua buona fede e in quella di suo figlio Michele e credo che in questa occasione sia stato sconfitto anche il suo potere contrattuale, ma non ho elementi per dire che sapessero fin dall’inizio come sarebbe andata a finire”.
Posizione ben diversa da quella espressa dal Pd, che nei giorni scorsi ha chiesto le dimissioni dell’assessore regionale Michele Trematerra, poiché “a questo punto sarebbero inutili”.
Sul futuro dell’ospedale, “nutro pessimismo, perché sono convinta che così com’è sia destinato a una lenta agonia che porterà alla sua chiusura”.
Sulle iniziative da mettere in campo, “prendo atto del fallimento della politica e penso che un ricorso al Tar, fatto anche da enti istituzionali, magari a più voci, e articolato in maniera diversa da quello che è stato già respinto, possa dare i suoi frutti”.
L’intervento della Minisci aggiunge una voce al coro di delusione che ha accompagnato la riconversione in Ospedale di montagna del nosocomio cittadino.
Ora si attende quello di qualche voce del centro – destra, che ha sempre nutrito ottimismo e fiducia nei confronti delle rassicurazione dell’ex primo cittadino Gino Trematerra. Questo atteggiamento era stato suffragato anche da una lettera che il presidente Scopelliti fece pervenire al consiglio comunale, nella quale si diceva convinto che quello di Acri sarebbe potuto diventare Ospedale Generale.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 7-8-2012