All’indomani dell’atto sanitario aziendale, che vuole l’ospedale Beato Angelo fortemente ridimensionato, si sprecano le reazioni.
Dopo il Pd, è IdV che affronta la questione con il suo rappresentante in consiglio comunale, Cristina Minisci nella duplice veste di medico e politico.
“Ritengo che Scopelliti abbia preso in giro cittadini e istituzioni – dice la dipietrista – ed è il momento che quest’ultimi si attuino altre forme visto che la linea politica è stata fallimentare. Io auspico un ricorso al Tar perché non è possibile che le forze politiche ed i cittadini debbano subire questo grave colpo di mano messo in atto dal presidente Scopelliti dopo che egli stesso, anche in mia presenza, ci ha più volte rassicurato circa il futuro del presidio. A questo punto non sono più fiduciosa, pur apprezzando la rivisitazione della sanità cosentina che ha auspicato l’assessore regionale Trematerra sulle colonne di questo giornale. La verità – dice Minisci – è che la provincia di Cosenza è la più penalizzata dal piano di rientro e il Beato Angelo, così com’è, non garantisce i livelli minimi di assistenza sebbene non sia stata smantellata e, quindi, i costi sono rimasti invariati.”
Minisci aggiunge che “il presidio è diventato oramai una succursale dell’ospedale di Castrovillari dopo ben 35 anni di gratificazioni e ottimo lavoro ed è per questo che occorreva più accortezza nella prima fase della discussione. Apprezzo l’impegno dell’ex sindaco Trematerra e del figlio assessore regionale ma i risultati dicono che il potere contrattuale è stato nullo mentre i dirigenti locali Udc, soprattutto quelli che operano nella sanità, avrebbero dovuto avere meno presunzione e coinvolgere gli altri partiti. Alla fine – conclude Minisci - si tratta di una sconfitta anche per loro ma soprattutto si tratta di un’operazione della giunta regionale di centro destra che ci ha privato di un servizio vitale e garantito dalla costituzione.”