Giorni fa mentre ero pronta a godermi le tanto attese vacanze, una notizia spiacevole mi ha colto impreparata. Mio padre non stava bene e dopo aver fatto tutti gli esami di routine si arrivò alla conclusione che bisognava intervenire chirurgicamente.
Noi abitiamo ad Acri e qui c’è un ospedale che nel corso degli anni abbiamo visto crescere, poi purtroppo arrestarsi e addirittura ridimensionarsi. La sola idea di fare le valigie ci fece sprofondare in un dolore immenso, primo perché non è semplice dire ad un papà di una certa età di spostarsi e poi doverci allontanare da quella grande risorsa umana che c’è nel reparto di chirurgia del “Beato Angelo”. I medici, infatti, a parte mettere a disposizione la loro esperienza ci hanno fatto dono di quella dose di umanità che purtroppo non da tutte le parti si trova.
Mio padre venerdì 20 luglio ha subìto un delicatissimo intervento chirurgico, noi eravamo tutti tesi, siamo una bella famiglia pronta a supportarsi, ma la nostra squadra, sono stati loro… Primario, medici, anestesisti, personale paramedico del reparto chirurgia e della sala operatoria.
Loro, coraggiosi, ci hanno regalato sorrisi, speranze, forza. Ecco quello che ho respirato: la “non solitudine”. Oggi mio padre è a casa, in convalescenza, l’intervento è perfettamente riuscito e lui è pronto a percorrere quel pezzo di strada che porta alla guarigione ed io mi ritrovo a ringraziare il Cielo e tutta quella meravigliosa squadra del reparto di chirurgia che spero non debbano mai soffrire nel non poter operare nel nostro territorio, perché un solo augurio dobbiamo farci tutti insieme: l’ospedale di Acri presenta delle eccellenze e vederlo ridimensionato nel reparto chirurgico, sarebbe un vero e proprio peccato.
Siamo purtroppo penalizzati in tante cose qui ad Acri, viabilità e infrastrutture, per questo mi auguro che la nostra classe politica possa fare qualcosa affinché la speranza resti ancorata nel nostro territorio e che il lieto fine di questa mia storia possa appartenere a tutti.