Ieri pomeriggio, nella sede dell’Udc, il Sen. Gino Trematerra ha convocato i giornalisti per una conferenza stampa all’indomani della sentenza della Corte di Cassazione, che ha accolto il suo ricorso contro quella della Corte d’Appello, che lo aveva dichiarato decaduto da europarlamentare.
Tutto era scaturito dall’azione di due cittadini elettori acresi, che, attraverso l’azione popolare, chiedevano la decadenza di Trematerra dalla carica di europarlamentare perché non avrebbe rimosso nei tempi previsti dalla legge la condizione di incompatibilità con quella di sindaco di Acri.
Subito dopo la pronuncia dei giudici della Corte d’Appello era partito il ricorso presentato dal politico calabrese. I giudici della Suprema Corte, con la pronuncia di giovedì scorso, hanno ritenuto il ricorso dei due cittadini “inammissibile, in quanto proposto il 3 gennaio 2012, cioè ben oltre il termine di sessanta giorni, a pena di decadenza, dalla data (18 febbraio 2011) della pubblicazione del nominativo dell’eletto nella Gazzetta Ufficiale”.
Il partito locale ieri era presente al gran completo e c’erano, tra gli altri, anche Michele Trematerra, assessore regionale, e il deputato Roberto Occhiuto.
Al fianco di Gino Trematerra era seduto l’avvocato che lo ha assistito in questa vicenda, Oreste Morcavallo.
I primi ringraziamenti l’europarlamentare li ha rivolti proprio a lui, definendolo “maestro di diritto”. Dopo aver fatto un excursus storico della vicenda politico – processuale, Trematerra ha affermato “che finalmente si è resa giustizia” e ha ammesso di non capire i motivi scatenanti di questo ricorso, poiché “non ne vedo né di politici né di personali”.
Dopo aver confessato di “non nutrire risentimenti verso nessuno”, ha ringraziato la città “per l’entusiasmo, l’affetto e la simpatia che mi ha manifestato in questa circostanza”.
Per l’Avv. Oreste Morcavallo, “con questa vicenda si è affrontata una cosa nuova. Dal 1979 non c’è una sentenza che abbia trattato il tema dell’azione popolare”, a proposito del Parlamento Europeo.
Per l’amministrativista cosentino, “questa sentenza ha evitato ai due cittadini che hanno firmato il ricorso un sicuro linciaggio morale”. Il ricorso portato alla Corte d’Appello di Roma prima e a quella di Cassazione poi, Morcavallo l’ha definita “una becera, assurda iniziativa di piccolo cabotaggio”.
Se il ricorso dei due cittadini fosse andato a buon fine, “la Calabria ne sarebbe risultata penalizzata, perché avrebbe avuto un rappresentante in meno nell’assemblea europea”.
A proposito delle voci circolate nelle scorse settimane che accreditavano la conferma della sentenza della Corte d’Appello, “si è fatta confusione tra le richieste del Procuratore Generale della Corte di Cassazione e la sentenza”. Archiviata la questione legale, l’europarlamentare dell’Udc potrà rituffarsi senza altre preoccupazioni nell’attività politica e ha annunciato, per le questioni locali, “imminenti novità amministrative”.