Ieri Acri ha pagato l’ennesimo tributo a questa estate che l’idiozia sta rendendo memorabile sul fronte degli incendi. A farne le spese in questa occasione è stato l’antico borgo di Padia, nel cuore del centro abitato.
Poco dopo pranzo, intorno all’una, il rogo ha avuto origine nella zona di Picitti, la parte bassa di Padia che guarda alla valle del Mucone. Da qui si domina un paesaggio bellissimo, con una gradazione di verde che difficilmente si incontra. Se preso in tempo, l’incendio non avrebbe avuto conseguenze rilevanti, ma così non è stato. I primi ad accorrere sono stati i volontari del Gruppo di Protezione Civile e i Carabinieri.
Insieme ai residenti hanno cercato di tamponare l’emergenza, in attesa che arrivassero i rinforzi. A distanza di qualche ora, il contingente si allargherà a Vigili del Fuoco, squadrette a terra dell’Afor e squadre di volontari provenienti da Mendicino e Carolei, con un dispiegamento di mezzi che, coordinati dal Corpo Forestale, annovererà anche un elicottero della Protezione Civile regionale e un Canadair. Il fuoco ha distrutto oltre cento ettari di vegetazione, tra macchia mediterranea e uliveti che si arrampicano sulla celebri “Coste” e che permettono la produzione di un olio rinomato.
Le fiamme si sono propagate rapidamente e hanno raggiunto la struttura che ospita le scuole materna ed elementare di Padia, che, grazie all’intervento del Gruppo di Protezione Civile di Acri, limiterà il danno agli infissi bruciati, un magazzino, andato letteralmente distrutto, e alcune case. Fortunatamente queste ultime, grazie anche all’intervento dei residenti, hanno registrato solo qualche muro annerito e lo spavento di chi le abita.
Gli operatori che ieri sono intervenuti non hanno dubbi circa la matrice dolosa del rogo che ha interessato una zona particolarmente sensibile alle fiamme e che finora era solo stata lambita.




Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 22-07-2012
Foto Filippo Gradilone - Angelo Vaccaro