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Serralonga: distrutti 50 ettari di bosco

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Strada provinciale Acri-San Giacomo, località Serralonga, a circa venti dieci chilometri a nord del centro abitato. Vento, sole e afa imperversano anche in questo lembo di territorio acrese. E’ da poco passato mezzogiorno, alcuni residenti avvistano del fuoco.
Non è il solito cittadino che brucia sterpaglie, è qualcosa di più serio. Un gruppo di abitanti del luogo si avvicina per constatare cosa sia veramente successo.
E’ bastato poco per verificare che si trattava di un incendio. Lo stesso gruppo di cittadini ha lanciato immediatamente l’allarme. In pochi minuti, però, le fiamme hanno iniziato a divorare terreni incolti e coltivati ed a distruggere alberi e piante. Alla fine saranno una cinquantina gli ettari distrutti. Il vento caldo ha favorito l’azione delle fiamme che hanno lambito anche alcune abitazioni ed hanno messo fuori uso centraline dell’Enel e della Telecom. Ci sono volute ben sette ore per domare l’incendio che, probabilmente, è stato di origine dolosa.
Sul posto sono intervenuti dapprima i vigili del fuoco della sede di Acri e il gruppo di Protezione Civile ma poi sono dovute intervenire anche altre unità, ovvero quatto mezzi dei vigili del fuoco provenienti da Cosenza, operai Afor, agenti della Polizia Municipale, autobotti del comune ed anche semplici cittadini. Momenti di paura si sono vissuti nel primo pomeriggio quando le fiamme sono aumentate e hanno interessato un’ampia zona impervia. Da qui la decisione di far intervenire anche alcuni elicotteri della Protezione Civile e del Corpo Forestale dello Stato. Fortunatamente nessun danno si è registrato a cose o a persone ma la paura è stata tanta.
Qualche disagio si è avvertito anche su alcune arterie per via del fumo e delle sterpaglie bruciate e spazzate dal vento. Disperati alcuni agricoltori della zona a cui il fuoco ha distrutto i raccolti. Negli ultimi anni il fuoco aveva risparmiato questa zona, colpendo, invece, l’area del Mucone dove tre anni fa un incendio di ampie proporzioni fu domato dopo due giorni e distrusse uliveti, alberi e conifere.
L’anno peggiore è stato il 2008 seguito dal 2009, un po’ meglio il 2010 e nettamente positivo il 2011 quando i focolai si sono contati sulle dita di una mano. L’estate 2012 non è iniziata sotto buoni auspici e i 200 chilometri quadrati del territorio necessitano di cura e sorveglianza proprio perché ampio e costituito da una grossa varietà di piante ed alberi ed in tal senso un ruolo importante potrebbero svolgerlo gli operi Afor.

PUBBLICATO 18/07/2012

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