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Relazione finale sulla campagna di scavi, realizzazione museo archeologico “citta’ di Acri”

Giovanni Cofone
Foto © Acri In Rete
Dal 10 dicembre 2009, giorno in cui si tenne presso il Cinema Nuovo di Acri la relazione finale sulla campagna di scavi nell’insediamento protostorico di Acri in località Colle Dogna, nulla è avvenuto.
Alla manifestazione conclusiva parteciparono tutte le autorità cittadine in carica in quel momento, che pur ringraziando tutti gli iscritti all’A.C.R.A. per il lodevole lavoro svolto, e impegnandosi a collaborare con l’Associazione, non sono riuscita a dare, oltre al plauso morale, la prospettiva di un materiale sovvenzionamento, che pure è da considerarsi imprescindibile, per offrire al lavoro archeologico la visibilità che evidentemente merita.
A distanza di tre anni, e alla luce del forte rilievo delle scoperte avvenute, decidiamo di scendere in piazza e divulgare il progetto, per recuperare quel contributo, primariamente d’interesse e poi di partecipazione (ci auspichiamo), attiva, “popolare”, necessario per la realizzazione del MUSEO PROTOSTORICO di Acri.
Molti lettori concittadini sono già a conoscenza del progetto che l’A.C.R.A. ( Associazione Culturale per la Ricerca Archeologica) porta ormai avanti da tempo, ma tanti altri ne ignorano l’esistenza; è per questo che presentiamo qui e ora, in soldoni, un sunto di ciò che in questi anni è accaduto.
Per dare uno sguardo d’insieme incominceremo col dire che il Sito fu scoperto per puro caso durante la costruzione dell’edificio scolastico I.T.C.G. nel 1996 e gli scavi conclusi il 14 ottobre 2008.
Ecco cosa accadde in dettaglio: in seguito alla segnalazione e alla consegna di alcuni reperti, la Soprintendenza Archeologica della Calabria coinvolse l’èquipe di ricerca e studio della cattedra di Protostoria dell’Università “La Sapienza” di Roma, esortando una verifica sul terreno. Dopo un primo sopralluogo, che si limitò al rilievo di una sezione stratigrafica ed al prelievo di alcuni frammenti ceramici, vennero concordate con la Soprintendenza, il Comune di Acri e la Provincia di Cosenza le misure di protezione del deposito archeologico residuo.
La prima campagna di scavo ebbe inizio nel 1999 si estese in superficie, ma soprattutto significativo si rivelò un saggio in profondità, il quale giunse a ricostruire l’intera sequenza stratigrafica in cui sono rappresentati due momenti di occupazione: il primo risale ad un momento finale dell’eneolitico (circa 3.000 – 2.300 a.C.) il secondo ad una fase avanzata dell’età del bronzo (circa 1.800 a.C.), particolarmente significativa per la Calabria e per Acri.
Gli scavi proseguirono nel 2000, sempre curati dall’èquipe del prof. A. Vanzetti, e portarono all’asporto del primo livello di occupazione del bronzo antico ed all’esposizione e asporto parziale del secondo, età del rame.
Dopo una sospensione durata 7 anni circa, i lavori furono intrapresi portando ad alcune attese conferme, quali: la definitiva conferma dell’esistenza di una capanna, di cui si è individuato un limite ben preciso, l’esistenza di uno strato neolitico, del quale, oltre alle osservazioni tipologiche sviluppabili sulla base dei frammenti ceramici, si può ora tentare la datazione assoluta, impiegando i carboni restituiti dallo strato.
Detti lavori vennero ultimati dagli archeologi dell’Università “La Sapienza” di Roma, con a capo il Prof. A. Vanzetti, i quali hanno con grande sacrificio portato alla luce importantissimi reperti di notevole interesse storico ed archeologico.
Oggi, a procedura che possiamo dire conclusa, siamo in grado, nei tempi previsti dagli archeologi, di ammirare con sommo piacere la bellezza di questi reperti che risalgono a circa 4.000 – 5.000 anni fa; tuttavia, siamo adesso alla ricerca dell’opportunità per metterli in mostra.
Quello che era stato chiesto ufficialmente all’Amministrazione Comunale di Acri nel 2009, richiesta che il Sindaco di allora sembrava avesse preso seriamente in considerazione, era la possibilità di avere un locale idoneo a custodire i reperti, una sede, un Museo Archeologico cittadino.
Inutile sottolineare quale importanza e prestigio apporterebbe la creazione di un tal tipo di istituzione nella Città di Acri; che finalmente andrebbe a rivestire una qualche parte nella rete museale archeologica calabrese. È tanto alle autorità che leviamo la voce, quindi, quanto (e maggiormente) ai cittadini, primi fruitori e insieme custodi di questo patrimonio.
L’A.C.R.A. (Associazione Culturale per la Ricerca Archeologica), che altro non è se non un gruppo di persone volenterose, Presidente, Segretario e soci membri, interessate alla cultura locale, si auspica uno spunto di iniziativa e di investimento per un lavoro che, con non poco sacrificio da parte di tutti, è stato già condotto e il cui valore è stato già comprovato e che ha bisogno ora del definitivo passo che ne suggellerebbe il legittimo riconoscimento.
Per ultima notizia si informano tutti coloro, che appassionati di storia locale ed in genere di archeologia, che per far parte dell’ACRA le iscrizioni sono aperte bisogna solo ritirare e compilare un modulo presso l’edicola Sisca sita in Acri.

- clicca qui e scarica la relazione

PUBBLICATO 07/07/2012

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