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Guccione, "Cedolia chieda scusa agli acresi"

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Le affermazioni del direttore amministrativo dell’Asp di Cosenza, Flavio Cedolia, fatte durante una iniziativa del Rotary di Acri, sabato scorso, e riportate dal nostro giornale, secondo cui l’ospedale di Acri, pur diventando Ospedale di Montagna, non subirà alcun ridimensionamento nei servizi e nelle prestazioni erogati, non potevano passare inosservate.
Per il consigliere regionale del Partito Democratico Carlo Guccione, considerato che Cedolia ha chiaramente detto che il nosocomio acrese “continuerà ad erogare gli stessi servizi e ad offrire le stesse prestazioni di sempre”, e che “al di là della denominazione, che riguarda un fatto puramente formale, la struttura non subirà alcuna perdita sostanziale”, deve immediatamente dimettersi, poiché la delibera dell’Asp di Cosenza n. 1660 del 23.05.2012, il cui oggetto è “Riconversione del presidio ospedaliero “Beato Angelo” di Acri”, porta anche la sua firma in qualità di Direttore Amministrativo dell’Asp e smentisce categoricamente le sue recenti dichiarazioni” rilasciate ad Acri.
Per Guccione, tutti sanno che “la delibera in questione prevede una riconversione ed un taglio netto di prestazioni sanitarie e ospedaliere e di posti letto.
Delle due, l’una: o Cedolia si è improvvisamente pentito e ha deciso di rimangiarsi la delibera n. 1660 del 23.05.2012, che lui stesso ha firmato, oppure non solo sta prendendo in giro i cittadini di Acri, ma, da Direttore Amministrativo della più grande Asp della Calabria, disconosce addirittura il contenuto degli atti amministrativi di cui egli stesso è firmatario e garante.
In entrambi i casi
– prosegue Guccione - consigliamo al Dott. Cedolia di ben documentarsi prima di fare pubbliche e delicate affermazioni che riguardano la salute dei cittadini e di chiedere pubblicamente scusa alle popolazioni di Acri e dei paesi limitrofi, già pesantemente penalizzate da provvedimenti vessatori e iniqui, che negano loro il sacrosanto diritto costituzionale alla tutela e alla salvaguardia della salute.
Allo stesso Cedolìa, infine, chiediamo di unirsi alla battaglia di civiltà e di democrazia che da tempo abbiamo assunto nei confronti delle scelte scellerate attuate dal Governatore/Commissario Scopelliti, il quale, pur avendo constatato, con numeri e dati alla mano, che l’ospedale di Acri aveva tutte le qualità e le funzioni per rimanere così com’era, lo ha voluto a tutti i costi riconvertire e depotenziare, privando quelle comunità della continuità assistenziale e dei livelli essenziali di assistenza garantiti a tutti i cittadini italiani dalla Costituzione
”.




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Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 20-6-2012

PUBBLICATO 20/06/2012

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