Sabato 26 Maggio p.v., presso il Palazzo Sanseverino Falcone, la Fondazione “V. Padula” presenta il romanzo di Rolando Perri “Gocce di rugiada d’amore rubate al tempo”, Aletti Editore.
Lo sfondo storico d’ambientazione del romanzo è l’Italia periferica tra gli anni Quaranta e Cinquanta inoltrati, quando gli echi della guerra e della ricostruzione post-bellica segnano ed accompagnano il destino di tanti uomini e donne. È la storia d’amore – epidermica, immediata, spontanea ma tormentata - che si intreccia col percorso di vita di due adolescenti, all’alba dei loro turbamenti sentimentali, alla ricerca di una identità precisa e della strutturazione di personalità autonome, e libere dai condizionamenti familiari e ambientali, nel momento più critico della loro esistenza. I due – studenti liceali di estrazione sociale altolocata, tuttavia di opposta concezione di vita – per uno strano sortilegio del destino s’incontrano e s’innamorano.
Vorrebbero disegnare un progetto di vita comune, proiettato verso un futuro roseo ma, improvvisamente e inopinatamente, il protagonista avverte il richiamo possente della vocazione religiosa e scompagina le attese, le speranze e i desideri di lei. L’incontro estremo del giovane con l’altra metà del cielo riserva una sorpresa tanto da avvolgere gli eventi successivi in una cortina di dubbi e di colpevoli omissioni, che di disveleranno nella loro interezza soltanto alla fine: l’amore per la fede, la fede nell’amore. Rolando Perri, di origini calabresi, tuttora vive a Cosenza.
Da giovane, alla fine degli anni Sessanta, è parte attiva del Movimento Studentesco dell’Università di Messina, dove si laurea in Lettere ed è allievo della poetessa Maria Luisa Spaziani e dello storico Paolo Alatri. Da anni è preside nelle scuole superiori, esperto in organizzazione didattica e formatore sui temi dell’organizzazione scolastica. È cultore e studioso riconosciuto della figura di don Lorenzo Milani, per la pubblicazione di due saggi nei quali traccia nuovi e suggestivi sentieri interpretativi della pedagogia del priore di Barbiana.