Il Rotary Club di Acri e la fondazione culturale “Vincenzo Padula”, con i patrocini del Comune di Acri e del Maca, hanno promosso “Metà e Fisicà”, mostra personale del pittore Mimmo Legato.
L'esposizione si terrà, nella Sala delle Colonne, del palazzo Sanseverino-Falcone, dal 5 al 15 maggio. All'inaugurazione, prevista per sabato prossimo, alle ore 18:00, oltre all'artista, interverranno anche Luigi Maiorano, sindaco facente funzioni del Comune di Acri; Giuseppe Cristofaro, presidente della fondazione “Padula”; e Giulia Fresca, scrittirce, giornalista e critico d'arte.
Mimmo Legato e’ nato a Bova Marina ( RC).
Si è diplomato presso il Liceo Artistico di Reggio Calabria, completando gli studi presso l’’Accademia di Belle Arti della stessa città, facoltà di Pittura e Decorazione, col Maestro Giuseppe Marino.
E’ docente di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Cosenza.
Le sue opere sono presenti nelle strutture museali, gallerie, fondazioni, collezioni pubbliche e private.
Oggi Mimmo Legato, insieme ad altre firme prestigiose del panorama artistico internazionale come Brindisi, Benaglia e Fiume, fa parte del ramo arte dell’Editalia (Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato), che promuove la sua immagine attraverso i propri canali pubblicitari.
I primi anni 80 vedono Legato impegnato a tutto campo nello studio e nella ricerca che portano verso i linguaggi moderni e contemporanei. Questo gli consente, attraverso gli approfondimenti, di approdare a quel crocevia che lo indirizza ad abbracciare la sua timbricità pittorica, che si materializza nel rapporto colore - forma. “Elementi, scrive lo storico e critico d’arte Luigi Tallarico, che configurano le prerogative di quel processo di “unità dualica “, due principi coesistenti, spesso contrastanti che perseverano nella struttura pittorica sino al disfacimento apparente della materia analitica.
Nell’86 dopo l’eccellente esperienza dei «Murales di Diamante», che vide curatori il pittore Razzetti e il critico d’arte Luigi Seveso, Legato inizia il suo viaggio verso la rappresentazione di quella “realtà revisionata”, così la definisce il critico d’arte Gianfranco Labrosciano, in cui emerge il processo di una dimensione pittorica che affida al colore e al turbinio del colore il compito di svelare una poetica dell’incanto più eterea , inconsistente, libera.
Gli anni 90 segnano nell’arte di Legato un orientamento calibrato nel fare arte. Avviene quella sterzata definitiva verso un mutamento di rotta o un assestamento, così la definisce la critica specializzata , dove sorge nella pittura dell’artista il processo di astrazione, rinvigorito da una straordinaria sensibilità cromatica. Da questo momento la situazione illustrativa nell’opera di Legato, e lo dimostrano gli ultimi lavori in esposizione sugli scenari dell’arte contemporanea da Firenze a Roma alla mostra di Ferrara curata dal critico d’arte Paolo Orsatti a quella alla galleria Modigliani di Milano, non preoccupa più l’artista. Quella lirica del disincanto si corrobora di una sorta di rifornimento emotivo dovuto allo spostamento, alla trasposizione e al ribaltamento della realtà concreta, ottenuta dalla commozione e magari dalla trasfigurazione di una realtà modificata o revisionata. “Pittura di Vita” la definisce Paolo Orsatti, generatrice della vita stessa.