Sconcerto e rassegnazione, amarezza e fastidio, sono questi gli stati d’animo che mi attraversano quando ho il dispiacere di ascoltare brillanti e argute dissertazioni all’interno del consesso comunale da parte di qualche consigliere che, sviando (perchè poi?) dai problemi reali che attanagliando i cittadini acresi (bistrattati e delusi da rappresentanti che di tutto si occupano tranne che risollevare e normalizzare le sorti del paese), “utilizzano” le sedi istituzionali per mettere in piazza problemi personali ed ergersi a moralizzatori della patria. In questi casi sarebbe più opportuno che rimanessero in rigoroso silenzio lasciando ad altre persone, magari più competenti, le “funzioni” moralizzanti.
Sono sconcertato perché non è tollerabile che si parli di questioni personali, approfittando del ruolo ricoperto, in una sede istituzionale come quella del Consiglio Comunale, nel cui ordine del giorno, è prevista la discussione del rendiconto di gestione per l’esercizio finanziario 2011.
Lo sconcerto mi pervade quando si ascoltano delle farneticanti e sconclusionate dissertazioni che nulla hanno a che fare con quanto è oggetto di discussione, capovolgendo l’accaduto e fornendo una visione dei fatti del tutto fuorviante ma soprattutto soggettiva.
La rassegnazione, invece, mi invade quando mi accorgo che è difficile confrontarsi con hi non ha argomenti (ma solo questioni personali) di cui (s)parlare. Per questo motivo trovo strano la richiesta di essere intervistato, soprattutto quando questa richiesta proviene da chi non è tanto incline alla cultura del contraddittorio, per cui la “sollecitazione” che mi è stata rivolta dal “consigliere buono”, è purtroppo abbandonata.
La scelta dei canali su cui confrontarsi per fortuna è ampia e non si limita al solo sito web “Acri In Rete”, sul quale, peraltro, molto democraticamente, ogni privato cittadino può avere voce e spazio (nei limiti dettati dal buon senso e da precise norme legali).
Provo enorme fastidio nell’ascoltare quanto di inutile possa essere esternato, da chi dovrebbe, invece, pronunciarsi sulle problematiche che preoccupano non se stesso, ma la cittadinanza.
L’amarezza si spande anche quando alcune mansioni istituzionali non vengono svolte nel modo migliore, cioè quando un presidente, deputato al mantenimento dell’ordine Consiliare, non mette a tacere consiglieri che sparlano di cose del tutto personali, dimostrando, in questo caso, di mancare di autorità.
Chi ha l’ardire di scrivere è un privato cittadino acrese, che nell’utilizzo delle sue piene facoltà, esprime le proprie idee senza che queste possano ledere l’onorabilità e la dignità di altri concittadini. Certamente non è stato piacevole ascoltare per radio che il “consigliere buono”, autodefinitosi tale, possa invitare dei privati cittadini, con argomentazioni sconclusionate e confuse, a non esprimere quelli che sono dubbi o altro tipo di critiche.
Per cui invito a cliccare qui e leggere, quelli che sono i compiti che un consigliere comunale dovrebbe svolgere e lasciare che le proprie inquietudini trovino altri porti in cui attraccare.