La Cassazione, come sappiamo, è il massimo organo giudicante le cui sentenza sono destinate a fare giurisprudenza. Da ragazzo, beata ingenuità, immaginavo che i giudici chiamati in Cassazione fossero vecchi saggi con barba e capelli bianchi, tipo quei personaggi che si vedono nei film, avete presente in Herry Potter il Preside-mago, quello chiamato Silente? Ecco come lui. Curvi sui testi “sacri” delle Leggi, completamente assorbiti dalla loro lettura e pronti, quando interpellati, a stabilire cosa sia giusto e cosa sbagliato, quale sia il bene e quale il male
. Uomini illuminati insomma, le cui decisioni sono destinate a far progredire e migliorare la qualità del nostro vivere in società. Questa era l’idea che avevo da ragazzo. (forse ero meno sveglio di quanto pensassi!) La disillusione era dietro l’angolo ed è puntualmente arrivata a colpi di sentenze. Tra le tante, le più incredibili riguardano le donne, hanno quindi “l’aggravante” di emanare uno sgradevole lezzo di misoginia. Un palese disprezzo per la persona che nel 2006 si trasforma in sentenza. In essa si sostiene che è poco credibile una donna che indossando i jeans denunci di essere stata stuprata. Perché? Perché l’indumento presenta caratteristiche tali che non può essere sfilato senza che la donna sia consenziente. Una idea da reparto psichiatrico. Altro che vecchi saggi!
Questi, sono vecchie mummie imbalsamate nei loro pregiudizi. Due anni dopo, un barlume di lucidità si manifesta in questi reperti archeologici. Arriva infatti una sentenza che sembra voler rimediare facendo una sorta di marcia indietro rispetto alla precedente. In questa si sostiene che anche con i jeans indossati, e possibile subire uno stupro. E’ una speranza, sia pure piccola, che le cose possano cambiare. Magari, chi può saperlo, hanno chiuso i vecchi nei sarcofagi e una nuova generazione, di “illuminati”, si affaccia all’orizzonte. Aimè, è un’illusione. Infatti, pochi giorni fa, la Cassazione ha sentenziato che per lo stupro di gruppo non è più obbligatorio l’arresto in carcere ma è sufficiente, per gli stupratori, la custodia domiciliare. Magnifico!
Il messaggio che arriva è chiaro ed incoraggiante, ma soprattutto è un invito per lo stupratore a condividere il reato con gli altri. Mettiamola così: Se decidete di stuprare una donna è consigliabile farlo insieme agli amici. Cosi farete un figurone, non sarete più considerati egoisti e, soprattutto, non correrete il rischio di finire in galera! Non è geniale?