La Corte d’Appello di Roma ha accolto il ricorso di due cittadini, Pietro Pettinato e Angelo Ferraro, secondo cui Gino Trematerra debba essere considerato decaduto dalla carica di parlamentare europeo. Secondo le tesi degli avvocati Ottone Martelli e Filomena Calabrese, dopo essere entrato in una condizione di incompatibilità tra le cariche di sindaco di Acri ed europarlamentare, Gino Trematerra non avrebbe comunicato la sua scelta entro il termine di trenta giorni, a partire dall’01 dicembre scorso. Per la difesa del sindaco di Acri, rappresentata dall’Avv. Oreste Morcavallo, il ricorso doveva essere dichiarato inammissibile poiché presentato oltre il termine dei trenta giorni dalla pubblicazione della nomina all’europarlamento sulla Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 18 febbraio 2011. Trematerra, primo dei non eletti della lista dell’Udc nella circoscrizione Sud alle Europee del 2009, era entrato a Strasburgo in seguito all’approvazione del Trattato di Lisbona, che concedeva all’Italia un membro in più nelle assise continentali. La discussione delle due tesi risale allo scorso 29 febbraio e da allora la città è rimasta con il fiato sospeso.
I giudici avevano chiesto quarantott’ore per pronunciarsi e hanno impiegato una settimana a depositare la sentenza, segno che evidentemente la questione era tutt’altro che semplice. Contestualmente il consiglio comunale aveva approvato, lo scorso 11 febbraio, l’avvio della procedura di incompatibilità per la carica di sindaco. Doveva proseguire con le controdeduzioni del primo cittadino, ma la riunione del civico consesso, convocata per lo scorso 1 marzo, è andata deserta. La maggioranza di centro – destra, infatti, non avendo avuto notizie da Roma, aveva preferito far mancare il numero legale, con relativo biasimo delle opposizioni.
Il consiglio comunale si è svolto ieri pomeriggio, alle ore 18:00, ma, a questo punto, la situazione si è ulteriormente ingarbugliata. La difesa di Gino Trematerra ha già annunciato ricorso in Cassazione, e dunque la decisione dell’Appello è da ritenersi sospesa fino al pronunciamento dei supremi giudici. Nel frattempo, occorre capire cosa succederà con la carica di sindaco e con la procedura di incompatibilità votata dal consiglio comunale.
Mercoledì scorso una delegazione del Partito Democratico era stata ricevuta dal Prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, per capire quale fosse il percorso da seguire, considerato che per Acri questa è una situazione inedita. A questo punto non è improbabile che la seduta del consiglio comunale salti pure oggi, anche in considerazione del fatto che pure la maggioranza di centro – destra si trova spiazzata da una sentenza che non era certo nella sue previsioni. Ieri nessuno dei protagonisti di questa vicenda è voluto intervenire, preferendo la cautela a qualsiasi commento che potesse poi rivelarsi fuori luogo o addirittura nocivo.
Ognuno vuole leggere attentamente la sentenza e studiarla, prima di capire come occorra procedere.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 9-3-2012