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Diciotto auto, ma non blu

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Nel presentare i dati venuti fuori in occasione dell’anno giudiziario delle toghe contabili, nei giorni scorsi “La Repubblica”, a proposito delle cosiddette auto blu, citava il Comune di Acri, che ha in dotazione diciotto auto.
La notizia è inserita nel dossier “I tagli alla spesa pubblica”, sui tanti sperperi della pubblica amministrazione e sulla necessità di porvi mano.
Questi dati provengono dal censimento sulle auto blu del 2011, condotto dal Formez per il Ministero della Pubblica Istruzione e la Semplificazione.
Il Comune di Acri è citato tra i principali risultati della ricerca in riferimento agli enti non rispondenti, cioè quelli che, sollecitati dal Ministero, non hanno fornito risposta sul parco auto in dotazione e hanno almeno dieci auto registrate al Pra. Per ricavare il risultato è stato quindi necessario fare una ricerca in proprio.
Da questo studio viene fuori che il Comune di Acri è intestatario di diciotto auto. Di queste, due sono a disposizione del sindaco e degli assessori, le altre sono invece in dotazione ai vari uffici e servizi.
I dati numerici non mentono, ma è necessario leggerli correttamente affinché forniscano le risposte alle domande poste. Il territorio comunale di Acri ha una estensione di duecento chilometri quadrati, con un habitat sparso, centinaia tra frazioni e contrade e vie di comunicazione non propriamente agevoli da percorrere.
Vi abitano circa 23 mila cittadini e che vi possano essere diciotto auto in dotazione al Comune da queste parti non fa storcere il naso a nessuno.
Per la cronaca, nessuna di queste ha una corrispondenza cromatica con quelle in dotazione alle figure politiche e amministrative di maggior rilievo.
Quelle in servizio per sindaco e assessori sono rispettivamente grigio e marrone. La prima è una Audi A6, a cui è già stato sostituito il motore ed è rimasta ferma per molto tempo, a causa di una vicenda giudiziaria tortuosa; la seconda, è una Fiat Croma.
In verità, il sindaco Gino Trematerra, per i suoi spostamenti, ha sempre preferito un’Audi, ma di sua proprietà. Insomma, aver visto il nome di Acri inserito in un contesto di sprechi e razionalizzazione ha fatto un certo effetto, ma leggendo i dati attentamente la notizia “si sgonfia”.

PUBBLICATO 22/02/2012

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