Amara riflessione di un "mafioso" d'esportazione...
Gianluca Garotto
Partiamo da qui dalla sorpresa e nello stesso tempo dall’inquietudine nel leggere un articolo che riporta delle dichiarazioni di un gruppo consiliare, di minoranza, della città di Garda, in merito ad un paesino dell’entroterra calabrese, che starebbe per trasferirsi sul lago di Garda, per prendere possesso del luogo. La curiosità è aumentata quando, leggendo ancora il pezzo, il gruppo, ipotizza che intere famiglie di mafiosi esporteranno, nella civilissima Garda, la ‘ndrangheta. Come mai questa potentissima organizzazione mafiosa vuole trasferirsi ed occupare una ridente cittadina ad estrema vocazione turistica? Scorrendo sempre l'articolo in questione e divorato dalla curiosità di conoscere quale fosse questo paesino di mafiosi, mi imbatto finalmente nel fatidico nome: Acri, provincia di Cosenza. La meraviglia nel leggere questo nome mi ha fatto saltare dalla sedia: ma come Acri, il mio paese? Come mai non sono stato informato di far parte della ‘ndrangheta e soprattutto che da li a poco ci si stava per trasferire in una bella località, lontana ben 1200 km? Ma com’è possibile mi chiedo, quando sul lago ci sono molti amici che sono partiti, si con qualcosa, ma erano lacrime di sofferenza e dolore per le famiglie, gli affetti, gli amici che purtroppo dovevano lasciare, per andare a trovare un lavoro, presso strutture alberghiere, ristoranti, pub, bar, gelaterie e tutto questo perché nel nostro amato paese non c’era l’opportunità di un lavoro che potesse dar loro possibilità di creare una famiglia, di comprare una macchina. E poi arriva un gruppetto di piccoli consiglieri, sembra che la capogruppo faccia parte dell'UDC (clicca qui), che si ergono a paladini di una giustizia sociale che di civile non ha nulla, il problema per questa gente, piccola nell’animo, è quella di non saper accogliere e capire le difficoltà di un popolo che quando ha fame, parte, lotta con se stesso e lascia un pezzo del proprio cuore. L’emigrazione è sempre stata una parola amara, se a questa si associa quella di mafioso, allora la frittata è fatta. Pochi mesi fa l'amministrazione fece un gemellaggio con la bellissima cittadina di Bardolino (clicca qui per guardare le foto), era precisamente l’aprile del duemila undici. Cos’è cambiato da allora? Il mondo che viviamo non ci permette nemmeno di sognare ma solo di sperare, sperare in un domani migliore di questo che stiamo vivendo. Viviamo in una Italia dove la meritocrazia è una parola poco usata, molto spesso è qualcosa che non deve venir fuori, altrimenti si rischia di far fare una brutta figura a chi ci governa, dal momento che coloro che stazionano nella "stanza dei bottoni", sono persone che vanno avanti con la complicità di qualche “bottarella”… Conclude questa mia riflessione amara, con una citazione del Sommo Poeta “Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna; non ragionam di lor, ma guarda e passa”. Qui di seguito inserisco l'articolo da cui ho tratto questa amara riflessione... Ditta mafiosa vince un appalto. La 'ndrangheta arriva sul Garda La 'ndrangheta arriva sul Garda. E lo fa negli affari pubblici. "Ditta calabrese della 'ndrangheta si è infiltrata negli appalti pubblici di Garda. Il Consorzio Primavera di Reggiolo, nel 2010, ha costruito il centro ecologico del paese, vincendo la gara d'appalto indetta dal Comune il 10 febbraio 2009. Lavori conclusosi poi, il 20 marzo 2010, per cui la ditta ha incassato oltre mezzo milione di euro". A denunciarlo i consiglieri di minoranza del comune veneto. Il Consorzio Primavera è guidato dai fratelli Raffaele e Francesco Todaro. E' conosciuto soprattutto a Reggio Emilia, dove il prefetto Antonella De Miro ha bloccato alcuni subappalti affidati alla ditta. Raffaele Todaro, procuratore del Consorzio, ha affermato di essere discriminato perché ex genero del boss della 'ndrangheta Antonio Dragone, ucciso nel 2004 da affiliati della cosca rivale Grande Aracri. Ma Tar e Consiglio di Stato hanno messo in relazione la vicinanza di Todaro proprio alla cosca vincente Grande Aracri con l'adesione al consorzio di imprenditori riconducili al gruppo malavitoso. "Siamo fortemente preoccupati che una ditta rappresentata dalla famiglia Todaro, originaria di Cutro in provincia di Crotone e che nel 2010 ha ricevuto le interdittive antimafia dal prefetto di Reggio Emilia, dal Tar e la settimana scorsa, anche dal Consiglio di Stato, abbia potuto aggiudicarsi un appalto a Garda - spiegano i consiglieri d'opposizione al Corriere del Veneto -. Consorzio, che da anni partecipa a tanti appalti di Verona e provincia". Una situazione che il gruppo capitanato da Anna Codognola, teme possa degenerare. "Ci sono costruzioni dove girano milioni di euro in un momento di forte crisi, che ci sembrano molto sospette. Ci chiediamo da dove arrivino tutti questi soldi per costruire case lasciate poi vuote o sfitte e attività commerciali che sul lago sono dirette da tanti personaggi del Sud Italia. Da nostre informazioni, un intero paese in provincia di Cosenza, Acri, sta per trasferirsi sul lago di Garda: per fare i turisti? Non crediamo proprio". Dal comune spiegano che quando è stato emesso il bando di gara per l'isola ecologica tutti i documenti erano a posto, incluse le certificazioni antimafia. Ma riconoscono che si tratta di un fatto "molto inquietante". Ora si dovranno emettere norme che aiutino le amministrazioni a combattere il fenomeno. (Ditta mafiosa vince un appalto. La 'ndrangheta arriva sul Garda link) |
PUBBLICATO 25/01/2012
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