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Trematerra ancora sindaco ed europarlamentare

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Nonostante la conclamata incompatibilità tra le cariche, Gino Trematerra continua a essere contestualmente europarlamentare, che è la sua scelta, e sindaco di Acri. Di dimissioni da primo cittadino neanche a parlarne. Si aspetta che venga dichiarato decaduto, ma sulla prassi c'è molta confusione. Nei giorni scorsi il Partito Democratico si è attivato per incontrare il Prefetto di Cosenza, per capire come e quando muoversi. Nel frattempo, il capogruppo consiliare Giacomo Cozzolino ieri ha annunciato la richiesta di convocazione di un consiglio comunale in cui chiedere pubblicamente al sindaco di fare chiarezza sulla sua posizione. Su tutto aleggia anche la spada di Damocle del ricorso presentato da due cittadini presso la Corte d'Appello di Roma, in cui si chiede che Trematerra venga dichiarato decaduto dalla carica di europarlamentare perché avrebbe tergiversato troppo nella scelta, fatta, secondo le tesi del ricorso, oltre i limiti consentiti dalle leggi vigneti in materia. Il ricorso verrà discusso il prossimo 29 febbraio e questo ufficializza anche l'impossibilità che Trematerra rassegni le dimissioni da sindaco, perché teoricamente potrebbe perdere entrambe le cariche. L'obiettivo del centro – destra è chiaro e va nella direzione di una dilazione dei tempi, per impedire che si voti entro la prossima primavera.
L'idea è quella di dar vita a una reggenza gestita dal vicensindaco, sul modello di Reggio Calabria dopo l'elezione a presidente della giunta regionale di Scopelliti. Per farlo tuttavia occorre che si arrivi almeno fino a fine febbraio e la cosa appare francamente improbabile, considerato che si tratterebbe di una dilatazione dei tempi quantomeno aberrante. C'è poi la questione delle alleanze, che in Calabria viaggia sul filo di un equilibrio di democristiana memoria. Stare con un piede in due staffe richiama strategie di dorotea memoria e in questo l'Udc ha dimostrato di aver degnamente raccolto l'eredità. Ad Acri e Catanzaro lo scudocrociato è in maggioranza con il PdL, ma contemporaneamente si mantiene dentro il progetto del Terzo Polo, che, almeno teoricamente, dovrebbe essere altra cosa. Insomma, anche in questo caso si configura un caso di incompatibilità, ma non per l'Udc, che continua a mostrare una certa disinvoltura nel muoversi in spazi di incertezza e discrezionalità. Andare alle urne ad Acri tra qualche mese significa dover scegliere e oggi ai casiniani di Calabria questo non conviene.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 12-1-2012.

PUBBLICATO 24/01/2012

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